Il campione del mondo 2020 della MotoGP, Joan Mir, ha pungolato gli avversari. La Honda sembra aver fatto dei passi in avanti nel 2025.
La Casa di Tokyo ha confermato, in questa stagione, la coppia Mir – Marini. Quest’ultimo non ha garantito quel salito di qualità esperienziale che ci si attendeva per il dopo Marquez. Il team ufficiale della Honda avrebbe fatto meglio a promuovere Johann Zarco, capace di indirizzare gli sviluppi della RC213V. Il francese si è confermato il migliore rider del marchio dell’Ala dorata anche nella prima uscita stagionale del 2025.

Joan Mir è crollato al suolo nella prima tappa in Thailandia. E’ arrivato in Argentina con alte aspettative perché, al di là della caduta, ha avuto buone sensazioni in sella alla moto al debutto. Nei test si erano palesati i progressi effettuati. Sulle colonne di Motosan.es, a Manuel Pecino, ha confessato che è fiducioso. La Honda potrebbe tornare a competere per la zona alta della classifica.
MotoGP, l’ammissione di Joan Mir
Per il campione del mondo 2020 il round di Termas de Rio Hondo rappresenta una sfida complessa a causa delle caratteristiche della pista. “È un circuito con poca aderenza, pochi punti di frenata e un layout più fluido. Servono buone capacità di sterzata e trazione, che normalmente non sono il nostro punto forte“, ha analizzato lo spagnolo. La RC213V continua ad avere qualche problema di stabilità. Qualora le altre squadre dovessero ritrovarsi in condizioni di scarsa aderenza, la Honda potrebbe trovarsi in una posizione migliore del previsto.

“So che possiamo essere lì, lottando per la top 5 o la top 6. Questo è l’obiettivo principale e ci impegneremo fin dal primo giorno. L’anno scorso sono arrivato alle gare sapendo che avremmo avuto difficoltà e che l’obiettivo era semplicemente non arrivare ultimo. Ma quest’anno è diverso. Il tuo umore è diverso e quando ti senti bene, guidi anche meglio. Se otterremo un buon risultato qui, sarà un segno che possiamo farcela su qualsiasi circuito”, ha confermato Mir.
Poi è arrivata la frecciata alla superiorità della moto di Borgo Panigale. “Se non ci fossero cinque o sei Ducati, saremmo in una posizione completamente diversa, a lottare per il primo posto. Ma la realtà è che ci sono sei moto super competitive che sono un passo avanti alle altre – ha spiegato l’alfiere della Honda – Non ho mai detto che potrei fare meglio del quinto posto, perché so che quelle moto ci sono. Ma essere tra i primi 6 o 7 è un buon obiettivo ed è quello che abbiamo fatto a Buriram“.