L’Alfa Romeo scopiazzata da sé stessa che aveva un dettaglio nascosto unico: in strada volava

La Casa del Biscione ha prodotto autentici capolavori. Un modello in particolare fece la storia per un elemento futuristico.

L’Alfa Romeo oggi si è lanciata con convinzione nella produzione di auto a ruote alte. Molti anni prima della diffusione dei SUV, la Casa di Arese era focalizzata sulla costruzione di auto sportive e berline di lusso. Un esempio del linguaggio stilistico utilizzato negli anni ’80 era la 90. Una berlina realizzata dal 1984 al 1987 nello stabilimento Alfa Romeo di Arese. In precedenza i vertici avevano proposto sul mercato i progetti 154 e 156, due nuove vetture a trazione posteriore destinate a sostituire rispettivamente la Giulietta e l’Alfetta.

L'Alfa Romeo scopiazzata da sé stessa
L’Alfa Romeo scopiazzata da sé stessa (Pixabay) Bicizen.it

Il marchio del Biscione stava vivendo una crisi profonda e per ovviare alla situazione difficile vennero lanciati i progetti 162A e 162B, rispettivamente le future 90 e 75, che riutilizzavano la meccanica dell’Alfetta e della Giulietta. La 90 prese il posto della mitica Alfetta nella gamma, ereditando gran parte del telaio, i motori e l’intera meccanica. Bertone riuscì nell’impresa di ridisegnare la carrozzeria con nuovi gruppi ottici ma il risultato finale non fu indimenticabile.

Le caratteristiche dell’Alfa Romeo 90

La vettura era squadrata e anonima. Era, chiaramente, riconoscibile come Alfa Romeo da ogni angolazione ma aveva un solo tocco di genio. Per migliorare la penetrazione aerodinamica sotto al paraurti anteriore fu installato uno spoiler retrattile, che scendeva automaticamente a partire dalla velocità di 80 km/h per effetto della pressione dell’aria, aumentando il carico aerodinamico sull’asse anteriore e riducendo la resistenza all’aria. Sotto questo aspetto la 90 era migliore rispetto all’Alfetta, ottenendo un coefficiente aerodinamico di 0,37. Ai tempi i tecnici dell’Alfa Romeo portavano le soluzioni dalla pista alla strada. Date una occhiata al video in basso del canale YouTube Gasi Garage.

Il design era sin troppo sobrio con una calandra in plastica grigia, le borchie di disegno in stile Alfa e la posizione del vano portatarga che, sfalsato rispetto alle luci posteriori, rendeva la coda disarmonica. Venne svelata al salone dell’automobile di Torino del settembre 1984. Nei piani dei vertici della Casa di Arese, la 90 avrebbe dovuto rappresentare il modello di classe medio-superiore della gamma sino ad arrivare al 1990. Il nome non portò fortuna e fu tolta dal mercato nel 1987. C’erano tre scelte di motori: 4 cilindri bialbero di 1779 e 1962 cm³, il V6 Busso con alberi a camme in testa da 2492 cm³ e un 4 cilindri turbodiesel di 2.4 litri prodotto dalla VM Motori.

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