Il neo pilota della Ducati, Marc Marquez, ha raccontato del suo rapporto con il danaro. Ecco come investe il suo patrimonio.
Marc Marquez è una leggenda vivente e la sua personalità ha fatto la differenza anche nel 2024. La scelta di lasciare la Honda HRC per un team satellite sembrava essere un enorme passo indietro. Lo spagnolo ha studiato tutto nei minimi dettagli, facendo leva su un curriculum impareggiabile. Nonostante Jorge Martin del team Pramac avesse lottato, sin dal primo weekend dell’anno, per la leadership del campionato, il Cabroncito è stato scelto per sostituire Enea Bastianini.
Il romagnolo si è accasato al team Tech3 della KTM, mentre Jorge Martin, nonostante il titolo, si è dovuto accontentare dell’Aprilia. Tuttavia, la sfortuna ha colpito il campione del mondo nella sua nuova avventura con il team italiano. Dopo essere stato sottoposto al primo intervento chirurgico post crash in Malesia, il pilota della Casa di Noale si stava preparando a volare in Thailandia. Durante una sessione di allenamento con una supermotard, l’ex rider del team Pramac è caduto nuovamente a terra. Si stima che il tempo di recupero per questo secondo infortunio sia di otto-dieci settimane. Tutto lascia pensare ad una sfida a due per il mondiale tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez.
Nel corso della sua carriera in pista Marc ha dimostrato di essere calcolatore anche con le finanze. In occasione di una intervista ne ‘Il podcast di fine mese’ con Miki Núñez il pilota della Ducati ha parlato del suo rapporto con il denaro, dei suoi investimenti, dei suoi capricci e di come gestisce il suo patrimonio da quando ha iniziato a guadagnare grandi somme nella classe regina.
“Quando arrivi nel Motomondiale, cosa cerchi? I soldi o la moto migliore? È così che mi hanno insegnato, sono stato molto fortunato. Mi hanno messo nella giusta disposizione d’animo e ora capisco. Mi hanno detto: ‘Stiamo cercando la moto migliore, perché i veri soldi si guadagnano in MotoGP’. Ho incontrato (nel 2013, ndr) l’uomo che attualmente è il mio avvocato. Da allora in poi mi faccio consigliare da lui. C’è un manager che si occupa della mia contabilità e l’avvocato. Mi dice ‘sembra tanto, ma non è tanto, lascialo in banca’. Il bonus era più di un milione, sì, ma più del 50%, bam! il Tesoro. Il 10% per il manager, le moto da allenamento…”
I genitori non gli hanno mai chiesto un euro: “I miei genitori non mi hanno mai chiesto soldi. Mai. Infatti, quando ho chiesto loro ‘Volete qualcosa?’ Mi hanno detto di no. Alla fine, ovviamente, li aiuto e li ho aiutati, ma non me l’hanno mai chiesto. Non c’è mai stata quella pressione“. Gli incentivi legati alla performance possono fare la differenza. “Vincere è bello… bonus (ride). Il bonus dipende dal contratto. Il bonus del primo anno era alto, più di un milione, perché entri come novellino, normalmente il primo anno entri in una factory con uno stipendio fisso basso e un bonus alto, perché statisticamente la tua capacità di ottenere risultati è bassa. Io sono un lavoratore autonomo, non sono una società, non ho una società a responsabilità limitata […] Quindi mi dichiaro autonomo perché, se non lo sono, vengono ed escono fuori dai guai (ride). Non voglio finire sui giornali o cose del genere“. Una frecciata sottointesa allo scandalo che coinvolse Valentino Rossi con il fisco?
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