Alberto Puig è consapevole del fatto che la Honda soffrirà anche nel 2025, ma spera in una crescita rispetto al passato. I dettagli.
Sono anni difficili, terribili per la Honda, in assoluto la casa più vincente e blasonata della MotoGP. Il titolo mondiale è un miraggio, visto che manca dal lontano 2019, dai tempi in cui Marc Marquez e la RC213V appariva inarrestabile. Dal momento dell’infortunio del nativo di Cervera, le prestazioni hanno iniziato a calare, sino alla situazione di pochezza tecnica che c’è oggi. La casa giapponese non ha vinto neanche una gara nel 2023, senza neanche mai portare a casa un podio, cosa che in epoca MotoGP non era mai accaduta.
La coppia di piloti composta da Joan Mir e Luca Marini non può fare miracoli, ed entrambi sono stati battuti in classifica finale da Johann Zarco, in sella alla moto del team LCR di Lucio Cecchinello. La Honda ha pagato distacchi abissali dalla Ducati ed anche dagli altri brand europei, con l’ultima vittoria che risale a quasi due anni fa, mentre il team ufficiale è secco da Misano 2021. Il gran capo Alberto Puig, che di esperienza ne ha da vendere, sa che il 2025 sarà difficile.
La Honda è ormai una nobile decaduta della MotoGP, ed Alberto Puig, in un’intervista riportata dal sito web “MotoSan“, è stato piuttosto realista. La casa giapponese potrà contare su Romano Albesiano, proveniente dall’Aprilia, a cui è affidato il difficile compito di riportare la RC213V a livelli più accettabili: “Romano ha molta esperienza in questo paddock, speriamo di fare con lui i passi in avanti che ci siamo prefissati. Dobbiamo migliorare la comunicazione tra la fabbrica ed il team, e stiamo lavorando molto per riuscirci“.
Il boss di casa Honda sa che il 2025 sarà comunque un anno difficile: “Stiamo pensando di espandere le nostre operazioni, non posso dire che ciò accadrà a breve, ma è una possibilità. Abbiamo iniziato a trovare la direzione, anche se siamo ancora lontani, ma è una cosa che ci ha dato speranze e motivazioni. Per il resto, occorre essere realisti. La differenza è enorme, ma già un gran passo in avanti sarebbe ridurre quella differenza sui tempi sul giro, così come nel distacco che si crea alla fine della gara. Vedremo quella che sarà il gap che ci sarà a livello di cronometro“.
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