Marc Marquez vuole andare a caccia del titolo mondiale sulla Ducati ufficiale, ed uno suo ex compagno di team sottolinea un suo pregio.
Il 2025 è l’anno della verità per Marc Marquez, quello in cui non ci saranno più scuse in grado di giustificare un’eventuale sconfitta nella classifica mondiale. Il nativo di Cervera avrà a disposizione la Ducati Desmosedici GP25 e l’assistenza del team ufficiale, nel quale è stato fortemente voluto da Luigi Dall’Igna. Marc formerà un vero e proprio dream team al fianco di Pecco Bagnaia, altro rider voglioso di riscatto dopo la beffa subita lo scorso anno per mano di Jorge Martin, autore di una vera e propria impresa con il team Pramac.
La squadra di Paolo Campinoti si è ora legata alla Yamaha, mentre il neo-campione del mondo è andato in Aprilia, il che significa che il tandem che ha trionfato nel 2024 non potrà più interferire con i piani della Ducati factory. A meno di colpi di scena clamorosi, la sfida mondiale sarà un affare tra Marquez e Bagnaia, che si sfideranno colpo su colpo in quello che sarà un campionato, comunque vada, da ricordare. Marc ha tutto per conquistare quel nono titolo che gli sfugge da anni.
Marquez, Pol Espargarò ricorda i tempi della Honda
In un’intervista riportata dal sito web “MotoSan“, Pol Espargarò è stato interpellato sul periodo in cui fu compagno di squadra di Marc Marquez alla Honda, con la coppia che portò a casa anche una splendida doppietta nel 2021 a Misano. Si trattò di quella che è ancora oggi l’ultima affermazione del team ufficiale Repsol Honda HRC, che poi non è più salito sul gradino più alto del podio. Lo spagnolo ha sottolineato un pregio del nativo di Cervera, che gli permette di fare la differenza su tutti gli altri.
Ecco il racconto di Espargarò: “Quando arrivai alla Honda, spesso sentivo Marc sottolineare i problemi della moto. Ma poi, quando contava, rendeva i problemi dei punti di forza, ed ho capito una cosa. Piloti come Marquez reagiscono alle difficoltà e si adattano ai problemi, per poi riuscire a renderli quasi dei vantaggi. Poi, ovviamente, quando arriva un altro pilota e si siede su quella stessa moto, fa una grande fatica, ma per Marc non era così. Quando andai alla Honda cercai solo di capire cosa diavolo stesse facendo Marc, provavo a non perderlo mai di vista“.