Nuove polemiche attorno al gruppo Stellantis, a causa di una decisione che non può lasciare indifferenti. Ecco cosa hanno scelto di fare.
Il 2024 è iniziato male e finito peggio per il gruppo Stellantis, che si affaccia al nuovo anno con dei dati certamente non confortanti. Per la holding multinazionale olandese, sul mercato italiano, il calo delle vendite è stato del 18,1% rispetto al 2023, con un totale di 452.615 auto immatricolate. Il colosso di John Elkann ha vissuto un’annata molto complicata, che ha portato anche ad un precipizio continuo sul fronte della produzione, specie nel nostro paese, dove ormai siamo sotto il mezzo milione di veicoli costruiti ogni 12 mesi.
Le cose, dunque, vanno sempre peggio, ed il primo di dicembre scorso la crisi ha raggiunto il suo apice, con le dimissioni del CEO Carlos Tavares che hanno aperto un periodo di transizione. Secondo quanto emerso a seguito dei dialoghi tra i vertici ed il Governo, Stellantis ha intenzione di riposizionare l’Italia al centro dei propri progetti, risollevando la produzione e dando maggiori certezze ai lavoratori. Nel frattempo è stata però annunciata la cessione della maggioranza di un altro pezzo di storia dell’industria automobilistica italiana, che finisce sotto la gestione di un’azienda straniera.
Stellantis, venduta Comau ad un’azienda statunitense
La notizia era nell’aria da tempo, ma in questi giorni è arrivata l’amara ufficialità. Stellantis ha infatti venduto il 50,1% dell’azienda piemontese Comau agli statunitensi di One Equity Partners, una società di private equity che è specializzata nel mercato medio. Sarà proprio essa a possedere la maggioranza di Comau, che si è sempre occupata di automazione industriale e di processi legati alla robotica avanzata. La controllata di John Elkann, dal canto suo, andrà a mantenere una quota di minoranza che sarà pari al 49,9%. Si occuperà di curare la parte europea di lavorazioni di Comau, ma perdendone ovviamente il controllo totale.
Il gruppo Stellantis, stando a quanto reso noto, ha ricevuto l’ok a procedere dall’Europa e dal nostro esecutivo, con l’obiettivo di garantire un futuro a Comau tramite questa operazione di vendita. Il gruppo automobilistico dovrà ora riversare tutte le proprie attenzioni sulla risoluzione della situazione di crisi in cui versa ormai da diverso tempo, ma resta il fatto che un’altra eccellenza italiana sia stata ora ceduta, per la sua maggioranza, ad un gruppo straniero. Si tratta di un processo a cui siamo abituati, e che sembra inesorabile.