L’Europa manda un segnale importante alla Cina, con il tracollo della nazione asiatica che fa già molto discutere.
Da diverso tempo si sta parlando di come si rivoluzionerà il mondo dei motori, con l’Europa che sta cercando in tutti i modi di respingere i continui attacchi della Cina. Questo Stato sta diventando ormai sempre più dominante nel mondo dei motori, tanto da poter progettare alcune delle migliori auto al giorno d’oggi.
Un aspetto che si sta dimostrando sicuramente vincente è il fatto che i prezzi delle vetture asiatiche sono davvero molto contenuti, il che aiuta nelle vendite. Sono però molti coloro che sostengono che ci siano degli aiuti troppo marcati da parte del Governo di Pechino, per questo motivo è necessario cercare di porre un freno.
Negli USA era stato già Joe Biden a dare il via al periodo dei dazi, con questi che erano stati davvero molto salati nei confronti della Cina. Poi ci ha pensato l’Europa, con delle percentuali inferiori rispetto a quelli nordamericani, ma comunque molto pesanti e infatti le prima conseguenze iniziano già a essere evidenti a tutti.
Dopo il primo mese di dazi, si può già fare il primo bilancio, con la vendita della auto cinesi nel Vecchio Continente che ha già subito una significativa flessione del 7,4%. Numeri che dimostrano come i dazi non sono ancora stati del tutto assimilati dalle case, soprattutto dal Gruppo SAIC, quello che gestisce la MG.
Questo infatti è il colosso che deve scontare i maggiori dazi, con questi che si stanziano sul 45% del valore complessivo. Ecco allora come mai MG è crollata a novembre, passando a soli 3762 auto vendute, un tracollo del 58%. Chi invece non sembra sentire la crisi legata all’introduzione dei dazi è la BYD, con il colosso cinese che infatti diventa per la prima volta leader in Europa e con 4796 vendite segna un picco pazzesco di un più 128%.
Ciò dipende moltissimo anche dal fatto che la BYD ha dazi solo per il 17%, dunque molto meno onerosi rispetto a SAIC. Globalmente però sarà importante per la Cina trovare la quadra per non perdere la crescita in Europa. I numeri sono ancora abbastanza contenuti, dunque si ha modo di trovare altre strategie. Indubbiamente però si dovrà fare alla svelta, perché nel mercato odierno non c’è davvero mai la possibilità di fermarsi e bisogna sempre essere pronti a rispondere alle novità.
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