La Toyota deve difendersi da un vero e proprio attacco alla sua nuova tecnologia. Scopriamo cosa è accaduto al colosso nipponico.
Il marchio Toyota è il principale produttore di auto al mondo, che costruisce e vende oltre 11 milioni di vetture ogni anno a livello di gruppo. Al contrario di altri brand, ha scelto di non puntare tutto sul fronte dell’elettrico, spendendo e non poco sull’ibrido e sull’idrogeno. La casa giapponese è dunque impegnata in tecnologie alternative, e l’ibrido, al momento, sta vincendo la sfida con vendite in netto aumento, ma ora c’è anche una problematica che andrà affrontata nel dettaglio.
Ci stiamo riferendo all’idrogeno, che in Giappone è al centro degli studi dei vari costruttori, che hanno fondato l’HySE, con colossi delle due ruote come Yamaha, Kawasaki e molti altri. La Toyota Mirai è l’auto ad idrogeno più venduta del mondo, anche se costa parecchio e questa categoria di veicoli ha bisogno di grandi sviluppi per diventare competitiva. Contro l’idrogeno c’è ora anche una critica pesante, che viene addirittura dalle Olimpiadi di Parigi che si sono svolte nel corso dell’estate. Vengono a galla altri difetti di questa tecnologia.
Toyota, c’è il pesante attacco al motore ad idrogeno
Secondo alcuni studi, le auto alimentate ad idrogeno non sarebbero così pulite a livello di impatto ambientale, generando false aspettative. La Toyota Mirai è stata scelta come auto immagine delle Olimpiadi di Parigi, ed è da qui che è nata una pesante critica. Ma come funzionano queste auto? Esse sono alimentate da delle celle a combustibile, che si attivano generando elettricità che, alimenta, a propria volta, il motore elettrico. Il processo elettrochimico comporta un’alimentazione ad idrogeno da un serbatoio ad alta pressione nella cella, dove avviene una reazione tramite l’ossigeno presente nell’aria.
In questo processo, si creano alcuni sottoprodotti, come l’elettricità ed il calore, ed il vapore acqueo è l’unica emissione che viene generato. La Toyota ha avuto una grande occasione per promuovere l’idrogeno alle Olimpiadi di Parigi, con 120 scienziati che hanno deciso di inviare una lettera aperta al Comitato Olimpico per protestare contro la scelta della Mirai. C’è un duro attacco contro l’uso dei combustibili fossili nel processo minerario in cui vengono ricavati i materiali per produrre le celle a combustibile. Lo stesso discorso è valido anche per le elettriche, ma per il momento, ancora non è chiaro il risvolto di questa vicenda.