Oggi torneremo indietro nel tempo per raccontarvi la storia di una vecchia Citroen, che di certo non ha fatto parlare bene di sé.
Al giorno d’oggi, la Citroen è uno dei marchi di punta del gruppo Stellantis, l’unico, assieme alla connazionale Peugeot, ad aver resistito al crollo dell’azienda di cui fa parte, grazie ad una strategia di mercato azzeccata. Tuttavia, anche i migliori brand hanno commesso degli errori nella loro storia, producendo auto che si sono rivelate dei veri e propri disastri, non in grado di ottenere il successo in cui avevano sperato.
Per quanto riguarda la casa francese, questo è il caso della Bijou, costituita tra il 1959 ed il 1964. La basa da cui partiva era molto buona, essendo nata sul telaio della 2CV, con la quale condivideva le sua avanzate (per l’epoca) sospensioni indipendenti. Esse erano interconnesse sia all’anteriore che al posteriore, ed uno degli obiettivi era quello di conquistare il mercato britannico. Infatti, la Citroen la realizzò con un design più conservatore, per così dire, adatto a quelli che erano i gusti dei clienti d’oltremanica, ma le cose non andarono come si sperava. Scopriamo la storia di questo veicolo.
La Citroen Bijou venne assemblata a Slough, in Inghilterra, ed in cinque anni di produzione, ne furono costruiti 207 esemplari. Faceva parte della categoria di auto economiche, ed era una coupé a due porte. Il motore aveva 9 cavalli di potenza massima con 425 cc di cilindrata, raffreddato ad aria ed alimentato a benzina, con motore bicilindrico. Il cambio era manuale a quattro velocità.
Lunga 3.962 mm, era larga 1.549 ed alta 1.168 mm, con un passo generoso per l’epoca e per quella tipologia di vettura, pari a 2.388 mm. La carrozzeria era in fibra di vetro, mentre il volante era a razze singole. Venne progettata da Peter Kirwan-Taylor, vale a dire il designer che aveva creato la splendida Lotus Elite del 1957. Come anticipato, i livelli di vendita della Bijou furono molto deludenti, a causa di prezzi di listino tutto sommato alti, soprattutto rispetto alla Ford Popular che dominava la scena.
Va detto che, rispetto alla 2CV, non mancarono i miglioramenti, come delle prestazioni più elevate ed un consumo di carburante inferiore, ma ciò non fu sufficiente per raccoglierne pienamente l’eredità in termini di gradimento da parte dei clienti. La Bijou fu uno dei più grandi fallimenti nella storia della Citroen del Novecento, ma è curioso ricordare anche le storie dei veicoli meno fortunati.
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