Stellantis, la crisi economica che ha colpito il colosso di casa Agnelli ha costretto i vertici ad una decisione dolorosissima
Con 14 marchi sotto il suo nome, Stellantis è uno dei principali attori nel mondo dell’automobile. Nomi come Peugeot, Jeep, Fiat e Maserati fanno parte del suo portafoglio, offrendo una gamma che spazia dal lusso ai veicoli commerciali. Nonostante sia forse il protagonista principale nel mondo dei motori, il 2023 e il 2024 sono stati due anni difficili per l’azienda.
Tra la crisi dei semiconduttori, l’inflazione crescente e le pressioni per accelerare la transizione verso l’elettrico, Stellantis ha visto i suoi margini erodersi. Nonostante i tentativi di contenere i costi, come la razionalizzazione delle linee produttive e una maggiore digitalizzazione dei processi, l’azienda ha chiuso il bilancio 2023 con un calo significativo dei profitti rispetto all’anno precedente, e con ogni probabilità sarà lo stesso anche per il 2024. Le dimissioni immediate dello storico CEO Carlos Tavares, arrivate quest’oggi, sono emblematiche del periodo nero che sta vivendo il colosso della famiglia Agnelli. In questo contesto, alcune decisioni, per quanto impopolari, sembrano inevitabili.
Fondato nel 1905, lo stabilimento di Luton ha attraversato decenni di storia automobilistica, producendo veicoli iconici e offrendo lavoro a generazioni di operai. Per il Regno Unito è l’equivalente dello stabilimento a Pomigliano d’Arco per l’Italia, giusto per far capire l’importanza di questa fabbrica. Eppure, ora il suo destino è appeso a un filo.
L’azienda ha giustificato la decisione con motivazioni economiche e strategiche. La produzione di veicoli commerciali leggeri, che rappresenta il cuore dell’attività dello stabilimento, è diventata sempre meno redditizia in Europa. Inoltre, la necessità di adattarsi alle normative ambientali sta spingendo l’azienda a rivedere le sue priorità produttive, puntando su stabilimenti più moderni e orientati verso l’elettrico.
Lo stabilimento di Luton dava lavoro a oltre 1.200 persone, molte delle quali con famiglie che dipendevano direttamente da questa attività. La chiusura potrebbe avere un effetto domino sull’economia locale, colpendo anche le imprese che forniscono componenti e servizi correlati alla produzione.
D’altro canto, Stellantis sta cercando di contenere i danni promettendo di ricollocare una parte dei lavoratori in altri stabilimenti europei. Il passaggio all’elettrico è uno dei principali motivi che hanno spinto Stellantis a rivedere la sua strategia, anche se la nuova tecnologia stenta ancora ad esplodere in Europa, porgendo il fianco alla Cina che è molto più avanti in questo settore.
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