Volkswagen, dramma senza fine: ripercussioni anche in Italia, cosa è successo

Momento drammatico per la Volkswagen, con la crisi del colosso che rischia di avere anche delle grosse ripercussioni sull’Italia.

La situazione in casa Volkswagen è da diverso tempo molto complicato e ormai è un qualcosa di chiaro ed evidente a tutti. Il colosso tedesco ha anche paventato la possibilità di chiudere gli stabilimenti in Germania, il che rappresenterebbe un durissimo colpo per tutta l’economia europea.

Volkswagen
Volkswagen, disastro per l’Italia (bicizen.it)

Non si può di certo nascondere il fatto che nel momento in cui dovesse crollare l’economia della Germania, verrebbe seguita anche da tutte le altre nazioni dell’UE. Bisogna muoversi il prima possibile, con le politiche elettriche di Volkswagen che stanno affossando uno dei fiori all’occhiello dell’industria automobilistica tedesca. Più volte è stato spiegato da parte dei dirigenti come non vi è modo di essere competitivi con questi costi.

Anche l’Italia sta tenendo il fiato sospeso per capire come la Germania sarà in grado di risolvere una situazione che definire spinosa è davvero riduttivo. Si rischia infatti un possibile un vero e proprio cataclisma, con le previsione sul futuro delle quattro ruote che non sono per nulla positive e si dovrà fare qualcosa per risollevare il mercato.

Volkswagen e Cina: a rischio migliaia di posti di lavoro

Quattroruote di recente ha mostrato la crisi che vi è attorno al mondo automobilistico, con oltre 80 mila posti di lavoro che sono andati in fumo dal 2020 a oggi. La Volkswagen è solo una delle case che è in crisi, perché la situazione non va di certo meglio da altre parti, con anche Stellantis che ha più volte dovuto interrompere la produzione. Stesso discorso vale per Ford, mentre la Cina vola.

Volkswagen
Volkswagen (Ansa – bicizen.it)

Non servono di certo i dazi verso le auto cinesi da parte dell’UE per risollevare la situazione del mercato automobilistico europeo. Inoltre è ben sottolineare come il fatto di aver tassato sensibilmente i veicoli cinesi, dimostra chiaramente come non vi sia nulla di etico da parte dell’UE, ma solo interessi di tipo politico.

L’elettrico deve essere una componente del mondo automobilistico ed è giusto che le case vi abbiano puntato. Probabilmente era necessario “fare paura” per poter far sì che si producesse seriamente in questo settore, ma ora è tempo di fermarsi. La posta in gioco è troppo alta, con l’Europa che non si può permettere una crisi ancora maggiore in un’industria che da oltre cento anni è una delle principali. Il caso Volkswagen deve fare scuola e infatti l’UE ha aperto agli e-Fuel.

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