Arriva una protesta nei confronti di Matteo Salvini a proposito delle indicazioni, è stata chiamata in causa anche la Premier Giorgia Meloni.
Sono decisamente importanti le parole che arrivano dal FIAB, andiamo a vedere cosa sta accadendo.
Salvini è il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, molto attento alla sicurezza sulle strade italiane e pronto a intervenire per spiegare diverse cose al pubblico. Questo perché nelle sue scelte, che possano piacere o meno, è sempre stato molto chiaro e pronto ad arrivare al punto. Oggi vogliamo riaprire una polemica che ha lasciato tutti senza parole ormai un po’ di tempo fa.
Parole che hanno portato a una certa polemica che ha diviso l’opinione pubblica. Sta di fatto che, come capita molto spesso, se parla Salvini si alzano polemiche che diventano immediatamente virali. Stavolta è stata chiamata in causa anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per esprimere un parere su cosa accaduto. Ma andiamo ad analizzare tutto più da vicino.
Bici la protesta sulle parole di Matteo Salvini
La Fiab ha chiesto l’intervento, nientemeno, che del Premier Giorgia Meloni dopo le parole del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, considerato fuoriluogo, secondo l’organo, in alcune decisioni che andrebbero a penalizzare l’utilizzo della nostra amata due ruote in Italia. Ma chi aveva ragione?
Ricordiamo tutti le richieste di obbligatorietà di Salvini, che parlava anche per le bici di casco, assicurazione, targa e frecce obbligatorie. Una scelta legata, solo ed esclusivamente, legata a salvaguardare le persone che si trovavano pronte a cavalcare l’onda proprio con la bicicletta.
La Federazione Italiana Ambiente e bicicletta (FIAB appunto) ha specificato che, agendo in questa direzione, non si interviene su quelle che però sono le tre cause principali di incidenti in bici. Si tratta di cause di distrazione, mancanza di precedenza agli attraversamenti e velocità troppo elevata.
L’appello è a Giorgia Meloni per cercare di capire se è d’accordo con la proposta di Salvini che va ad attaccare anche e soprattutto le famiglie con i bambini. Si parla di schiacciare il comparto del ciclo che genera un volume d’affari di oltre 3 miliardi di euro ogni anno, per il cicloturismo di addirittura 7 miliardi di euro.
Sono tutti aspetti da valutare con ferma attenzione, alla ricerca di una soluzione che al momento non è poi facilissima da trovare. Fatto sta che la protesta ha fatto parlare un po’ tutto il paese di quanto accaduto.