Gli hanno rubato l’auto o no? Il calciatore chiama la Polizia e succede di tutto

Gli hanno rubato o no l’automobile? La storia di oggi è ai limiti dell’incredibile e per certi versi fa ridere. Andiamo a scoprirla più da vicino.

Sicuramente si tratta di una situazione molto particolare che merita di essere analizzata nei minimi particolari.

rubata auto al calciatore?
Ma gliel’hanno rubata o no? (Bicizen.it)

Racconta: “Una volta abbiamo rubato le chiavi della sua macchina e poi le abbiamo rimesse al loro posto senza che se ne accorgesse. Nel frattempo gli abbiamo nascosto la macchina e lui ha chiamato i Carabinieri pensando che gliel’avessero rubata”.

Uno scherzo forse un po’ esagerato, ma di prassi per chi conosce bene il contesto calcistico, dove la burla, soprattutto in ritiro, è di norma e riesce sempre e comunque a sorprendere oltre che a far sorridere dopo magari uno spavento.

Perché quel calciatore che credeva di aver visto la sua macchina rubata si sarebbe sicuramente sentito colpito da una situazione molto delicata legata alla sua vita. Andiamo dunque a sparire tutto più nei dettagli svelandovi anche i protagonisti di questa particolare vicenda.

Lo scherzo dell’auto

Lo scherzo ha visto protagonisti Edoardo Gorini e Gennaro Volpe ai tempi in cui erano giocatori del Cittadella. La vittima designata di questo scherzo era l’attaccante, ai tempi a Padova anche lui, Matteo Ardemagni.

Ardemagni scherzo
Lo scherzo a Matteo Ardemagni (ANSA) Bicizen.it

Ma non è stata l’unica vittima dei due, lo racconta, sempre su Gennaro Volpe Sudore e Cuore di Matteo Fantozzi, anche il Pifferaio Magico Federico Piovaccari. L’ex attaccante ha specificato: “Volpe e Gorini erano quelli che facevano gli scherzi. Il primo che vi racconto è quello delle Timberland che mi aveva regalato mia moglie a Natale. Un giorno arrivo al campo e mi avevano tagliato da dentro i lacci. Quando me le sono messe e sono andato a stringere mi sono ritrovato in mano i lacci e tutti hanno iniziato a ridere, io ho rosicato”.

Continua Piovaccari: “C’è anche quello del cappellino bianco con la N e la Y nera dei New York Yankees che mi ero comprato. Entro negli spogliatoi ed era tutto pieno di firme, oggi è un bel ricordo, all’epoca ci rimasi male. Alcuni erano scherzi pesanti, ma devo dire che abbiamo fatto gruppo in quegli anni”.

Chissà se Matteo Ardemagni ricorda con emozione quei momenti che si è lasciato alle spalle con una carriera davvero straordinaria e piena di splendide cose. Di sicuro ci troviamo di fronte a un racconto davvero simpatico e straordinario.

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