Oltre alla R 1300 GS, la BMW ha prodotto un capolavoro conosciuto da pochissimi esperti. Col boxer per la SBK ha tentato il colpaccio.
Il 100° anniversario della sezione Motorrad non poteva esser festeggiato nel migliore dei modi, visto che la BMW ha raggiunto il miglior risultato di vendita di sempre dell’azienda. A guidare la classifica, con 4.528 unità immatricolate, ci sono state la R 1250 GS (anche Adventure) e la R 1300 GS. Questi modelli sono entrati obbligatoriamente nella storia e lo hanno fatto grazie a dei design avventurieri e delle prestazioni altisonanti in strada e nell’off-road.
Ma negli anni, BMW Motorrad è riuscita a stupire chiunque grazie a dei modelli mitici, la cui evoluzione ha portato a una serie di successi attuali senza precedenti. Fra essi, spiccano gli ottimi risultati che sta ottenendo Toprak Razgatlioglu in SBK, grazie al suo immenso talento a anche a una BMW M 1000 R che sembra gli calzi davvero a pennello. La conquista del titolo appare come essere a portata di mano per il pilota turco e la sua moto, ma tempo addietro la Casa di Monaco sfidò i più grandi colossi del mondo motociclistico con un modello inedito che oggi è sconosciuto ai più.
Erano gli inizi degli anni ’90, quando i marchi europei uscivano dagli anni ’80 con le ossa alquanto rotte. Infatti, in quel periodo le motociclette giapponesi iniziavano a prendere il sopravvento sulle strade di tutto il mondo, ma anche nelle gare in pista. In Germania, però, la BMW non si era data per vinta, come neanche le aziende italiane tipo la Ducati, e ha iniziato a sviluppare al meglio il suo motore boxer, con iniezione a quattro valvole per cilindro.
BMW, la sorprendente e misteriosa motocicletta per la SBK
Tutti gli anni ’90 hanno visto l’azienda Motorrad avere una crescita spaventosa in termini di vendite, visto che si era passati dai 30 mila modelli venduti negli anni ’80 ai 90 mila immatricolati dal 1990 al 1999. Una decade da urlo, la quale ha portato la BMW ad accreditarsi anche come marchio sportivo, seguendo la scia della K1.
Il progetto appena sorto portò alla creazione della R1 e si chiamava Boxer Superbike. Si basava su un motore del tutto differente dal passato, ovvero un 999 cc a bialbero e con raffreddamento ad acqua. Inoltre, la R1 aveva come peculiarità una distribuzione desmodromica, proveniente dalla scuola tedesca proposta in special modo dalla Mercedes (la quale l’aveva usata per la W196 da Formula 1).
A portare alla BMW tale distribuzione fu il direttore tecnico di Monaco, ossia Burkhard Goschel, il quale aveva un trascorso proprio in casa Mercedes. L’ordine di creare una distribuzione bialbero 4 valvole in titanio per il boxer portò a un risultato sconvolgente. Il telaio che ospitava tale motore, con baricentro altissimo, era a doppio trave in alluminio, ovvero una soluzione inedita per la BMW.
Questa R1 era in grado di erogare fino a 140 CV a 11.000 giri al minuto e aveva un peso di 160 kg a secco, ma doveva perderne almeno altri e 15 per essere competitiva come la Ducati di quei tempi. Il progetto, purtroppo, fu cancellato per via di un potenziale ritenuto poco adeguato. Chissà, però, cosa avrebbe potuto fare nelle gare della Superbike; anche se tra i cordoli non spiccava per agilità, sicuramente la R1 avrebbe potuto fare bene sui circuiti veloci e, soprattutto, su quelli poco tortuosi.