Autostrade, cambia tutto nel 2025: cosa c’è da sapere

Grossi cambiamenti per il 2025 per quanto riguarda le autostrade, con gli italiani che devono essere pronti alle novità.

La mobilità in Italia sta vivendo dei grossi cambiamenti, motivo per il quale è necessario essere sempre aggiornati. Lo si vede per esempio anche con ciò che avviene nella vita di tutti i giorni all’interno delle città, con tante zone che iniziano a essere bloccate al traffico e nelle quali si può circolare solo con mezzi leggeri o a piedi.

Autostrada, ecco che cosa cambia dal 2025
Autostrada, cambiamenti per il 2025 (bicizen.it)

In questo periodo di immense rivoluzioni da un punto di vista motoristico, non mancano anche i cambiamenti che sono legati alle autostrade. Anche queste infatti devono guardare al futuro, con l’Italia che ha un sistema che spesso è stato criticato, con i pedaggi che comportano dei costi elevatissimi per i lavoratori.

Molti hanno chiesto a gran voce di utilizzare il sistema della Vignette, come in Svizzera o Austria, ma risulta danneggiante per le isole maggiori, motivo per il quale anche Francia, Spagna e Portogallo usano il pedaggio. Per il 2025 però ci saranno delle grandi innovazioni, con la ripartizione del pedaggio che sarà diverso.

Pedaggi in Italia: ecco cosa cambia dal 2025

Alcune mancanze delle società private che hanno gestito l’autostrada in questi anni, hanno portato a una serie di polemiche, con il caso del Ponte Morandi a Genova che indubbiamente è il più eclatante. Motivo per il quale si è deciso di dare vita a un sistema innovativo, con questo che doveva fare in modo che anche lo Stato avesse la sua quota.

Autostrade ecco i nuovi pedaggi
Autostrade italiane (Ansa – bicizen.it)

Ecco allora che dal 2025 la quota sarà ripartita in modo del tutto diverso. La prima parte del pedaggio sarà a favore della “componente tariffaria e di gestione”, la seconda per la “componente tariffaria di costruzione”, dunque entrambe a favore del concessionario, ma per la prima volta in Itala ci sarà una terza parte. Questa sarà la “componente tariffaria per oneri integrativi”, con quest’ultima che è destinata al Ministero della Infrastrutture e dei Trasporti.

L’intento dunque è fare in modo che parte dei fondi investiti nei lavori pubblici possano tornare nelle casse dello Stato. Inoltre dal 2025 vi sarà un’altra grande novità per quanto riguarda le concessionarie. Queste infatti non potranno avere un accordo per oltre 15 anni, limitando così e di molto la loro gestione. Basti pensare come il contratto di “Autostrade per l’Italia” scada nel 2038. Innovazioni che puntano così a rendere più sicura la strada e aiutare i cittadini passando per lo Stato.

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