Novità in arrivo sul fronte dei carburanti tradizionali con il prezzo di benzina e gasolio che potrebbe subire importanti oscillazioni
Il mercato dei combustibili fossili sta subendo negli ultimi anni degli scossoni tali da mettere a repentaglio la stabilità di tutte le economie mondiali, nessuna esclusa. Al giorno d’oggi tutti i Paesi, inclusi quelli più avanzati e proiettati verso una green economy, sono purtroppo legati da un cordone indissolubile a questa tipologia di combustibili. Questo legame ne limita le possibilità di manovra e li assoggetta in maniera inevitabile agli scostamenti del mercato generato dalla formula economica della domanda e dell’offerta.
I maggiori produttori di petrolio aderenti all’OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) dettano le regole del mercato petrolifero, gestendone i volumi di estrazione e di conseguenza alterandone l’oscillazione del prezzo sul mercato. Ma per l’anno in corso si prospettano importanti novità sul fronte dei prezzi dei combustibili tradizionali che potrebbero portare a significativi cambiamenti per gli italiani. Andiamo a vedere nel dettaglio in cosa consistono queste novità che vengono anche confermate in via ufficiale.
L’oscillazione del prezzo del gasolio e della benzina sembra una di quelle telenovelas sudamericane, che attraggono lo spettatore per stagioni intere e che sembrano non avere mai una fine. Gli automobilisti italiani sono ormai da diversi anni costretti a osservare impotenti al progressivo ma incessante aumento dei prezzi alla pompa, a causa di diverse ragioni che passano dal post Covid, alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, arrivando alla crescente inflazione a livello mondiale che ha colpito tutti i settori commerciali.
Nel periodo estivo, in cui la maggior parte degli italiani si mettono in macchina per raggiungere le tanto attese mete di villeggiatura, è consuetudine sentire gli automobilisti lamentarsi degli aumenti speculativi sul prezzo dei carburanti, dovuti più all’obiettivo di aumentare i ricavi delle stazioni di servizio che all’effettiva crescita del costo del prezzo al barile. A smentire questa opinabile esternazione ci pensa il Mimit (ministero delle Imprese e del Made in Italy) che sottolinea come ci sia stato un trend al ribasso nella settimana che è andata dal 22 al 28 luglio.
Nell’ultima settimana di luglio il prezzo medio della benzina è stato di 1,852 euro al litro, quindi più basso di 10 millesimi (-0,58%) rispetto alla settimana anteriore. Anche il gasolio subisce una diminuzione di 12 millesimi (-0,68% con un costo medio pari a 1,731 euro al litro. Il Gpl cala di 1 millesimo (-0,15%) con un prezzo medio di 0,721 euro al litro, ed infine il metano, l’unico a subire un piccolo aumento pari a un millesimo (+0,05%) con un costo medio di 1,311 euro al Kg.
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