Un’amara realtà attende ogni giorno gli italiani al distributore: il prezzo esoso del carburante nasce da una ragione molto italiana, con pochi paralleli nel mondo
L’estate è nel pieno e cresce la voglia di viaggiare, ma c’è un ostacolo che frena l’entusiasmo degli automobilisti italiani: il costo del carburante. Mentre ci si prepara per le vacanze o si affronta il traffico quotidiano, pochi si rendono conto di quanto realmente stiamo pagando per ogni litro di benzina o diesel. E soprattutto perché.
La situazione è grave, con conseguenze che si ripercuotono su ogni aspetto della vita quotidiana, dall’economia familiare alla mobilità. La vera ragione dietro questi prezzi alle stelle è stata oggetto di molte promesse. Nessuna delle quali è stata mantenuta. Una situazione difficile, che deve assolutamente cambiare.
La verità è che più della metà di ciò che paghiamo per un pieno non va nei costi di produzione o distribuzione, ma finisce direttamente nelle casse dello Stato. Secondo i dati forniti dal sindacato gestori Figisc, a giugno 2024 la quota di imposte sul prezzo della benzina ha raggiunto il 57,37%, mentre per il gasolio si è attestata al 54,26%. In pratica, su 100 euro spesi per fare il pieno, circa 55 euro se ne vanno in tasse, alcune delle quali risalgono addirittura a mezzo secolo fa.
Questa situazione colloca l’Italia ai vertici delle classifiche europee per la pressione fiscale sui carburanti. Per la benzina, il nostro paese si posiziona al terzo posto, appaiato con l’Olanda, mentre per il gasolio siamo addirittura secondi, superati solo dal Belgio. Il confronto con gli Stati Uniti è ancora più impietoso: oltreoceano l’incidenza fiscale si ferma al 14% per la benzina e al 16% per il gasolio.
Le conseguenze di questa politica fiscale sono evidenti nei prezzi al distributore. A luglio 2024, il costo della benzina self service ha toccato i 2,068 euro al litro, mentre il diesel si attesta a 2,035 euro al litro. Cifre che diventano ancora più elevate per il servito, con la benzina a 2,197 euro al litro e il diesel a 2,168 euro al litro.
Questa situazione non solo pesa sulle tasche degli automobilisti, ma ha ripercussioni sull’intera economia nazionale. L’aumento dei costi di trasporto si riflette inevitabilmente sui prezzi di beni e servizi, creando un effetto domino che colpisce tutti i settori. Nonostante le promesse di vari governi di ridurre le accise, finora non si sono visti risultati concreti.
La questione del caro carburanti è una delle sfide più urgenti per il paese. È necessario un ripensamento della politica fiscale sui carburanti che alleggerisca il carico sulle famiglie e sulle imprese, senza compromettere le entrate statali. Solo così si potrà sperare in una ripresa economica sostenibile.
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