Brutte notizie per chi intende acquistare queste auto che l’UE farà pagare molto salate. I clienti si stanno già disperando
I prezzi delle automobili sono cresciuti esponenzialmente negli ultimi dieci anni e questo è un fatto, risaputo non solo ad economisti ed esperti ma anche a chi in questo lasso temporale ha comprato una macchina nuova; tra l’altro le auto meno inquinanti e più moderne, sempre più sofisticate e dotate di accessori di ogni genere, sono quelle che presentano i costi di produzione e quindi sul mercato più alti di sempre.
Nonostante gli incentivi e gli sforzi che i costruttori mettono in campo per abbattere i costi delle vetture, sono pochi i marchi che riescono a proporre almeno un’automobile sul listino a meno di 15mila euro nel continente europeo. Dopo la decisone presa dall’Unione Europea riguardo un certo tipo di vetture, poi, le cose sono sicuramente destinate a peggiorare ulteriormente.
Da un lato questa decisione è stata presa per tutelare i produttori europei, ormai sempre più ostaggio di una politica adoperata da alcuni brand stranieri pericolosa per il libero mercato. Dall’altro, l’annuncio spegne le speranze riguardo l’arrivo in Italia di alcune vetture che nel paese di origine vengono vendute a prezzi bassissimi. Probabilmente, avete già capito di cosa stiamo parlando.
A partire dal mese di luglio, i dazi sui prodotti cinesi – nello specifico sulle loro automobili elettriche e non – saranno aumentati con la percentuale di crescita della tassa indiretta che oscillerà tra il 17,1 ed il 38,1% a seconda dei marchi. I più tassati? Non sono quelli che vi aspettereste: saranno infatti brand come MG e SAIC a subire i dazi più importanti sull’importazione dei loro veicoli nei paesi membri.
La decisone arriva chiaramente per tutelare i produttori locali dato che molti brand cinesi, vuoi per i costi inesistenti della manodopera nel paese, vuoi per politiche lungimiranti del partito locale, stanno iniziando a presentare vetture che potrebbero costare meno di 10mila euro nel nostro continente anche considerando i costi base di importazione. Con queste tasse sarà difficile che i brand cinesi possano mantenere i prezzi bassi quanto avevano promesso.
I dazi avranno durata temporanea di cinque anni e saranno retroattivi fino a tre mesi, quindi colpiranno i brand con prodotti importati già da maggio. Preoccupa ora la risposta della Cina che aveva già minacciato tramite i propri ministri dazi altrettanto pesanti su altre merci europee che vengono importate nel paese. La guerra economica e commerciale continua senza esclusione di colpi.
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