La storia di questo giornalista italiano, molto famoso, è davvero incredibile. Morto in un incidente stradale ha lasciato un grandissimo ricordo.
Si tratta di una situazione molto delicata che merita attenzione per una persona che è sicuramente molto importante da ricordare.
Era una sera di venerdì 18 come tutte le altre, senza nessuna particolare pretesa, e il nostro stava recandosi a cena nello storico Ristorante Albergo del Sole a Maleo, insieme a due amici e viaggiando sui sedili posteriori di una Ford Sierra. Nel mentre il giornalista telefonò a un ex calciatore per invitarlo a raggiungerlo a cena insieme a sua moglie.
Al ritorno, dopo una cena a base di ragù d’oca e una tavolata di dieci persone, sulla strada tra Codogno e Casalpusterlengo una Lancia Thema, guidata da un 24enne, sbandò e invase la carreggiata alla folle velocità di 170 km/h. L’impatto fu devastante e uccise sul colpo i tre che erano nella Ford. Il ragazzo, sopravvissuto, due anni dopo andò a processo e patteggio per un anno e dieci mesi di reclusione per omicidio colposo plurimo.
Ma andiamo a scoprire la carriera di questo straordinario giornalista.
Il giornalista morto in un incidente
Per fortuna il famosissimo giornalista di cui parliamo oggi non viene ricordato principalmente per il terribile incidente che l’ha visto coinvolto. Si tratta infatti di Gianni Brera uno dei padri fondatori del giornalismo italiano.
Nato a San Zenone al Po l’8 settembre del 1919, ha lasciato un’impronta indelebile nel giornalismo sportivo e non solo, fregiandosi come autore di numerosissimi neologismi che poi sono diventati d’uso comune nel linguaggio calcistico.
A soli 13 anni il padre lo mandò a studiare a Milano, ospitato dalla sorella che era una maestra elementare. Gianni conseguì la licenza media e superò l’esame per il Liceo Scientifico Vittorio Veneto, riuscendo a entrare e iniziando a giocare a calcio come terzino. I primi articoli li scrisse a sedici anni per commentare il campionato della Sezione Propaganda sul milanese Lo schermo sportivo.
In vita si è occupato di numerose cose importanti con un ruolo cruciale a La Gazzetta dello Sport e non solo nel calcio ma anche in atletica leggera, ciclismo e quant’altro dimostrando padronanza in ogni cosa che faceva. Fu direttore de Il Giorno, collaborò con Il Giornale, La Repubblica, il Guerin Sportivo ma anche il francese L’Equipe e l’ungherese Nepszabadsag, diventando famoso anche in tutto il resto del mondo e riuscendo a raggiungere dei risultati di assoluta eccellenza.