L’Italia al centro del polverone delle polemiche che riguardano le vetture elettriche: la nazionale finisce nella black list e la motivazione è piuttosto evidente.
Una delle motivazioni per le quali con maggiore difficoltà l’Italia si è affezionata alle automobili elettriche non è dovuta all’autonomia delle stesse. Sicuramente questo è un fattore predominante al momento di investire economicamente per l’acquisto di una quattro ruote, ma non è l’unico a incidere. La valutazione del potenziale cliente è molto più approfondita e legata in generale a quanto costi sostenere la spesa nel tempo di un’automobile green. Compreso l’esborso per la ricarica.
Infatti, studiando l’andamento dei prezzi emerge che l’Italia sia uno dei paesi nel mondo nel quale questi sono aumentati maggiormente. Di per sé non si tratta di una spesa contenuta, ma si è giunti a un aumento del 10% rispetto all’anno anteriore. Ciò rende ancora più ristretto il pubblico di coloro che possono permettersi di sostenere una spesa simile ma riduce ancor di più questo già privilegiato settore.
La transizione ecologica rappresenta una priorità dovunque e i paesi del Vecchio Continente stanno unendo le forze per trasmettere questo messaggio e creare quanto necessario per favorirlo. Diventa però difficile con i presupposti economici attuali. Le vetture costano al momento dell’acquisto ma anche per la manutenzione e la ricarica le cifre risultano troppo elevate.
Transizione green: per l’Italia è più difficile, il motivo
Guardando alla classifica dei paesi europei dove più costa rifornire la propria vettura green, l’Italia è in settima posizione. L’analisi l’ha condotta ‘Switcher.ie’ – sito web che si occupa del confronto fra i prezzi e le offerte per elettricità, gas e banda larga – e quanto emerso allarma la popolazione del Belpaese. Nel 2023 il costo medio di ricarica dell’auto alle colonnine è cresciuto del 10% rispetto al 2022, mentre in tutta Europa l’aumento si è mantenuto sul 4,4%.
Quindi, nonostante ad oggi l’Italia non risulti essere il paese più caro in assoluto, al contempo è quello dove l’aumento dei prezzi è avvenuto in maggiore percentuale, con un impatto scioccante sulla clientela e l’inibizione di quella fetta di utenti che ancora non si sono convinti di passare al green. La nazione più cara continua a essere la Germania, seguita da Irlanda e Belgio. Al quarto posto Liechtenstein seguito dalla Danimarca e da Cipro. Mentre dopo l’Italia c’è il Regno Unito. Fanalino di coda Repubblica Ceca e Lettonia.