Donald Trump non le manda a dire: “Non permetterò che accada”. L’ex presidente chiarisce la sua posizione sul futuro.
Sono mesi di fuoco per la politica statunitense. La data delle elezioni che decideranno chi sarà il presidente degli Stati Uniti si avvicina a grandi passi. Il 5 Novembre i riflettori del mondo saranno puntati verso la sfida tra il presidente in carica Joe Biden e il suo predecessore Donald Trump, a caccia di un nuovo mandato. Il clima si fa sempre più rovente, e tra i temi caldi della battaglia politica c’è ovviamente l’economia.
E’ chiaro che l’industria dei motori, in tal senso, rappresenti uno snodo cruciale. Intanto perché gli Stati Uniti sono uno dei maggiori mercati al mondo, sede di alcune delle più grandi aziende del panorama internazionale. Aziende che, come per altro gli altri colossi internazionali, sono chiamati ad affrontare un periodo di grandi sfide: dalla transizione elettrica alle note vicende geopolitiche globali che hanno inevitabilmente complicato la situazione.
In cima alla lista, però, c’è l’avanzata dell’industria cinese. Gli Stati Uniti sono certamente abituati ad avere nel paese del Dragone uno dei propri principali competitors. Da anni il colosso asiatico è una delle maggiori economie al mondo, che è riuscita ad ampliare la propria influenza in un numero sempre maggiore di settori.
Negli ultimi anni, gli investimenti nel settore dell’automotive e l’avanzata prepotente delle aziende cinesi sul mercato (i numeri di vendita sono a dir poco lievitati) hanno preoccupato e non poco i competitors, in particolare appunto Stati Uniti ed Europa.
I modelli cinesi sono sempre più venduti, anche grazie ad una politica di prezzi aggressiva. Il basso costo delle auto cinesi per il resto dei paesi è difficili da contrastare. La paura è che presto le auto in arrivo da Pechino possano arrivare a surclassare il resto dei competitors.
Sulla questione si è espresso anche Donald Trump. L’ex presidente statunitense ha chiuso le porte in maniera piuttosto secca alla Cina. “Le auto cinesi hanno già inondato l’Europa” ha tuonato. “Non permetterò che succeda anche negli Stati Uniti).
A differenza dell’Europa, che ha aperto anche a stabilimenti di aziende cinesi nel continente (Italia inclusa), Trump sembra invece pronto a chiudere le porte degli USA qualora alle prossime elezioni il responso delle urne dovesse andare in suo favore. Anche l’industria dei motori, insomma, segue con interesse la situazione in vista delle elezioni.
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