Il cambiamento epocale nella MotoGP è pronto a sconvolgere tutto. Un terremoto che rivoluzionerà le gerarchie.
Piloti e livree sono da sempre i protagonisti indiscussi del Motomondiale, ma il lavoro tecnico-strategico effettuato dagli ingegneri rimane, da sempre, la base per il successo. Mentre il 2024 ci sta regalando sempre più emozioni in pista, nei box si discute continuamente in merito a ciò che potrà essere la MotoGP del futuro. L’evoluzione delle motociclette è fondamentale per poter permettere competitività, costi permissivi e potenza capace di ammaliare i tifosi.
Al momento, le livree sono in grado di poter arrivare in rettilineo anche fino a 350 km/h, spinte da circa 300 cv. Dei mezzi eccezionali e che sembrano esser perfetti, visto che in pista riescono e sono riusciti a scrivere pagine importanti del Motomondiale. Eppure, molti costruttori sono sempre preoccupati delle prestazioni che si vedono in MotoGP e cercano continuamente di migliorarle.
Le loro discussioni vengono ascoltate da Dorna, sempre pronta a metter mano al regolamento per cercare di garantire a Case e team una stabilità tale da poter generare una competizione sempre più eccellente. Proprio per questo motivo, sin dalla nascita della classe regina, le evoluzioni sono state continue e sempre molto allettanti. Ora, però, ancora una novità è pronta a sconvolgere ogni cosa e, molto probabilmente, anche le gerarchie che si sono venute a creare.
Com’è ben noto, ogni mezzo di circolazione dovrà affrontare un forte ridimensionamento e ciò è dovuto ai regolamenti sulla sostenibilità ambientale in atto. Anche la MotoGP si vede costretta a stare al passo coi tempi e nel 2027 vi sarà l’obbligo di utilizzare dei carburanti di origine non fossile.
Dopo i tanti cambiamenti in termini di cilindrata avvenuti negli anni, ora la MotoGP dovrà affrontarne un altro dopo un lunghissimo periodo di stabilità. Nel 2002 le livree furono messe in pista con 990 cc, ma dal 2007 scesero a 800 cc per poi tornare a 1000 cc nel 2012. Nel 2027, però, verranno prodotte con una cilindrata pari a 850 cc, con ali più piccole e con un alesaggio di 77 mm. In questo caso le moto saranno meno veloci, ma capaci di regalare delle gare sempre più spettacolari.
KTM e Aprilia hanno tentato a opporsi a questa proposta avanzata da Dorna e ciò ha creato una spaccatura fra le Case che prendono parte alla MotoGP. A parlare di ciò è stato il Direttore Tecnico dell’Aprilia Racing, Romano Albesiano, affermando ciò che segue: “C’è il rischio di andare sotto la SBK. Noi ci siamo allineati alla maggioranza, ma avremmo preferito rimanere con la cilindrata attuale” (Dueruote.it). La prima fase per costruire le moto del 2027 inizia proprio adesso e i costi della rivoluzione saranno imponenti. Infatti, i modelli attuali potranno essere messi al museo, giacché si dovranno realizzare delle livree del tutto nuove.
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