I veri appassionati delle due ruote, in particolare i cosiddetti “nostalgici”, ricorderanno di sicuro una splendida motocicletta in voga negli anni 70: la meravigliosa Kawasaki KH 250, prodotta appunto dalla casa motociclistica giapponese Kawasaki Heavy Industries Motorcycle & Engine.
Non è su questa moto che ci soffermeremo oggi, ma ne abbiamo fatto cenno perchè è proprio su questo modello che si basa il “mostro” di cui stiamo per parlarvi. Avete mai sentito parlare della “Tinker Toy”? Forse qualcuno conosce già questo nome semplicemente perchè è lo stesso che porta il Museo dell’Aria di Duxford, bellissima galleria che ospita diversi velivoli storici.
Ma “Tinker Toy” è anche il nome di un mezzo straordinario, sicuramente originalissimo, costruito a Londra nel 2003 da Simon Whitelock. Stiamo parlando di una due ruote nata dal forte desiderio di stabilire un primato, meritatamente ottenuto, nel Guinnes World Book of Records ovvero quello per la motocicletta con il maggior numero di cilindri. Prendendo come riferimento di base proprio la tre cilindri Kawasaki KH 250 con motore a due tempi, l’ingegnere ha pensato bene di assemblare 16 motori di questa che è tra le sue moto preferite, per costruirne una veramente unica nel suo genere, appunto la “Tinker Toy” a 48 cilindri da 4,2 litri, da poco venduta all’asta.
Progettata come dichiara Simon Whitelock, “non per la velocità e non per raggiungere potenze mostruose, ma per entrare nel “Guinness dei Primati“, questo esemplare è una vera e propria opera d’arte, con i suoi difetti per carità, basti pensare anche solo alla difficoltà nello spostarla, dato il peso di oltre 600 chili e al fatto che il suo assetto costringe a restare praticamente sdraiati sul serbatoio con le braccia sul manubrio lontanissimo.
Nel realizzare questo splendido capolavoro, Simon Whitelock mai avrebbe pensato di poterla un giorno vendere, in realtà già nel 2011 la “Tinker Toy” era sta messa in vendita su eBay tramite un annuncio che recitava “Comprala subito a 1 milione di sterline”. Naturalmente l’affare non andò in porto e per un certo periodo l’idea di venderla fu accantonata, fino a quando l’ingegnere ha preso la decisione di metterla all’asta. Esattamente il 21 aprile, nell’International Classic Motorcycle Show di Bonhams, è stata quindi venduta per la modica cifra di 92.000 sterline ovvero circa 106.000 euro, a dispetto della iniziale valutazione che si aggirava invece intorno ai 47.000-70.000 euro.
Evidentemente l’acquirente ha ben pensato di accaparrarsela ad ogni costo, intuendo di avere tra le mani un oggetto sicuramente più unico che raro, un mix tra ingegneria futuristica e un look retrò con tanto di decalcomanie tipiche proprio degli anni settanta.
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