Appena presentata la nuova belva del Biscione è già decapitata per volontà del ministro del governo italiano
La strada è già in salita. Non sarà certo un dettaglio come quello emerso in queste ore a compromettere le sorti commerciali della nuova stella nata sotto il segno del Biscione, ma di certo il brand non ci fa una gran bella figura. È bastata una settimana all’incirca dalla presentazione ufficiale in pompa magna, per smontarne già un pezzo, seppur non fondamentale nella meccanica della vettura, e abbandonarla a un destino già decapitato sul nascere.
Per volontà e richiesta, nemmeno tanto implicita, del ministro dell’attuale governo italiano, il nuovo gioiello di Arese parte proprio con il piede sbagliato. La strada si fa subito in salita, nemmeno il tempo di terminare la presentazione che il primo ostacolo si presenta sulla scrivania dell’amministratore delegato del marchio italiano, Jean-Philippe Imparato. Anche se la problematica non sarà certo di difficile soluzione, la brutta figura a livello mondiale, quella sì, sarà irrimediabile e impressa nella storia del marchio italiano.
Nuova Alfa Romeo Milano anzi no, Junior
Nemmeno il tempo per festeggiare l’esordio e dare il benvenuto al nuovo SUV compatto di Alfa Romeo Milano, che il naming è già stato sostituito. Ebbene sì, la Milano non si chiamerà più Milano, bensì Junior. Certo, Junior rievoca grandi ricordi tra gli appassionati del marchio di Arese, soprattutto quelli con un po’ più di capelli bianchi. Probabilmente è anche più azzeccato visto le dimensione del SUV e per il target di pubblico a cui vuole rivolgersi, ma la decisione presa a posteriori ne ridicolizza l’operazione di marketing già sul nascere.
La decisione è stata presa dopo le dichiarazioni del ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, il quale ha storto il naso commentando come una vettura basata su tecnologia francese e costruita nella fabbrica Stellantis in Polonia non poteva essere chiamata Milano, città italiana e sede storica del marchio Alfa Romeo. Apriti cielo. E così è intervenuto direttamente il CEO del gruppo Carlos Tavares a sbrigliare la faccenda, scegliendo di cambiarne il naming a giochi fatti, onde evitare eventuali sanzioni e battaglie legali con il governo italiano.
Brutta storia insomma, ma per qualche Alfista dotato di buona memoria può risultare non certo una novità nella storia ultra centenaria del marchio di Arese. Infatti, quella che noi conosciamo come Duetto, storica due posti Alfa Romeo nata negli anni del boom economico italiano, non fu registrata con il nome Duetto appunto, bensì Spider, per via di una battaglia legale persa dalla casa automobilistica contro un’azienda dolciaria italiana che aveva già registrato il naming “duetto”. A distanza di quasi 60 anni, Alfa Romeo è costretta a cambiare il nome di una propria automobile in corso d’opera.