Problematiche non da poco per la Mercedes, che rischia di dover rimandare tutto il programma che aveva fatto. I dati non mentono
Come ormai è ben noto, l’industria automobilistica sta procedendo sempre di più verso la transizione definitiva all’elettrico. La sempre più crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale è uno degli elementi chiave che stanno portando i governi, le società e i cittadini a scegliere l’elettrico, che significa meno (o zero) emissioni e meno inquinamento. Tuttavia, la sensazione è che non tutti siano ancora convinti di questa transizione. Anzi, molti ancora non lo sono affatto. Probabilmente c’è la sensazione che le emissioni da auto siano troppo poco incisive nei problemi ambientali e che, soprattutto, non sia un problema che riguardi solo l’occidente. Così, la domanda di auto elettriche è ancora misera.
Una problematica che riguarda tante aziende, tra cui anche Mercedes-Benz. Questa situazione potrebbe portare anche a far prendere decisioni sorprendenti, come il rinvio dell’abbandono dei motori a combustione. Lo ha proposto il consiglio di fabbrica. Ricordiamo che secondo le normative europee, a partire dal 2035 le auto dovranno essere tutte a impatto climatico zero. Una soluzione un po’ utopistica, soprattutto per la richiesta di mercato, e che potrebbe semplicemente dare valore al mercato dell’usato.
Secondo quanto riportato da Der Spiegel, attualmente Mercedes è comunque in grado di produrre sia motori a combustione che elettrici, a seconda delle esigenze del mercato, ciò che manca è la domanda. Michael Häberle, responsabile del Consiglio di fabbrica dello stabilimento di Stoccarda-Untertürkheim e membro del Consiglio di sorveglianza della casa automobilistica, ha spiegato che è importante mantenere comunque questa flessibilità per gestire poi in modo efficace la transizione elettrica.
Mercedes-Benz, i motivi della proposta
La possibilità di posticipare l’addio ai motori a combustione interna potrebbe permettere a Mercedes-Benz di pianificare questa transizione in modo più graduale. Sarebbe anche socialmente più accettabile per i dipendenti. Inoltre, potrebbe anche aumentare le possibilità di raggiungere un accordo per la salvaguardia dei posti di lavoro fino al 2035, come richiesto dal Consiglio di fabbrica. Attualmente, invece, l’accordo è fino al 2029.
Ovviamente una decisione di questo tipo non passerebbe inosservata nell’industria automobilistica e potrebbe avere importanti ripercussioni anche da questo punto di vista. Ritardare l’abbandono dei motori a combustione interna significherebbe influenzare la velocità con cui il settore si adatta. Potrebbe portare altri marchi a prendere la stessa decisione, con una sorta di ribellione, o potrebbe anche avere effetti negativi sulla reputazione del marchio.
Non c’è la sensazione che tutte le case automobilistiche siano pronte a questa transizione, ma soprattutto c’è la sensazione che non lo siano i clienti. Molti pensano ancora che sia inutile e quindi non comprano auto elettriche. I governi continuano a introdurre normative stringenti e a fornire incentivi, ma nulla sembra avere effetto. C’è ancora qualche anno fino al 2035, ma bisogna accelerare.