Bisogna fare massima attenzione alla cura delle batterie delle nostre auto elettriche perché si rischia di rovinarle pur non volendo
A volte si compiono dei gesti che vanno ad intaccare l’efficienza del motore della nostra EV. Basta qualche semplice accortezza e si può risparmiare sia in efficienza che in autonomia. In pochi sanno che un’abitudine consolidata rappresenta un gravissimo errore.
Al di là dei piccoli problemi che le auto elettriche possono presentare va anche detto che esiste una diffusa ignoranza sul tema. Soprattutto in Italia si parla spesso per sentito dire, per passa parola e mai per esperienza diretta e sul tema delle vetture a batteria c’è un florilegio di luoghi comuni assurdi. La maggior parte riguarda le ricariche, l’autonomia e la sicurezza.
Innanzitutto per ottimizzare le prestazioni delle batterie (questo vale anche per quelle non presenti nelle automobili) bisogna cercare di non eccedere né con la carica né con la scarica. Come in tutte le cose l’equilibrio fa la differenza. I normali avvisi parlano di mantenere il range dell’accumulatore compreso tra il 10% e l’80-90%, senza arrivare quindi ai due picchi, né in basso né in alto.
In realtà secondo un recente studio dell’Università di Stanford questo tipo di comportamento non sarebbe il più corretto per lo stato di salute delle nostre batterie, anzi potrebbe compromettere a lungo andare la loro efficienza. Vediamo il perché.
Batterie, cambia tutto con i “cicli di pausa”: l’incredibile studio dell’Università di Stanford
La ricerca degli studiosi americani, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature, parla di batterie litio-metallo e specifica come alle stesse non farebbe male qualche ora di “pausa” a carica zero. Lasciarle quindi completamente scariche per un po’, prima di effettuare il rifornimento energetico non è sbagliato.
Questa idea di “riposo” rigenerante va in contrasto con i software che controllano le batterie delle nostre auto, che solitamente sono orientati ad impedire che la batteria stessa possa scaricarsi completamente.
Per questo andrebbero previste delle fasi di pausa in cui arrivare completamente a zero, lasciando che ci sia un effetto positivo sulla vita del nostro accumulatore.
La formulazione al litio-metallo è altamente competitiva per quanto riguarda autonomia e potenza, ma “soffre” per il rapido decadimento della capacità dopo pochi cicli di ricarica. Per questo vengono preferite quelle agli ioni di litio. Secondo i ricercatori di Stanford, però, questo processo chimico di deterioramento della batteria può essere superato appunto con dei cicli di totale scarica e di break dalla ricarica. Può bastare anche un’ora per allungare di gran lunga la vita del nostro motore ecologico.