Un aspetto a cui si dà poco peso ma che è importante per la sicurezza stradale e su cui bisogna fare molto per migliorare.
La sicurezza sulla strada è una cosa davvero importante e tutte le città più importanti in Europa e nel mondo stanno implementando dei metodi per renderla il più attiva ed efficace possibile. In Italia ad esempio si è resa Bologna a 30 km/h. Una strategia che penalizza gli automobilisti ma che in caso di urti contro pedoni o ciclisti permette di salvare la vita agli utenti definiti deboli. Una manovra che dimostra che gli organi competenti analizzano questo aspetto.
Non basta però fare le città a misura di bici o di pedone per risolvere il problema, bisognerebbe andare alla radice ed insegnare l’educazione stradale in maniera pratica nelle scuole sin dalle fasce d’età più basse. Solo così si può instaurare nella mente dei futuri automobilisti ma ancor prima pedoni o ciclisti l’idea che bisogna convivere insieme sulla strada e rispettarsi a vicenda. Una situazione che purtroppo non capita visto che l’automobilista si sente superiore agli altri e bada poco a loro. Queste manovre hanno bisogno di investimenti e tempo al fine di vederle operative ed efficaci. Solo che il tempo non basta più di conseguenza serve agire in fretta.
Gennaio 2024 si è aperto in maniera funesta per i ciclisti, ne sono morti ben 18, il numero più alto degli ultimi 6 anni. La cosa che preoccupa di più è che le vittime sono state di tutte l’età. In maggior numero gli uomini 16 e 2 donne che purtroppo non hanno fatto rientro a casa in quanto falciati dai mezzi a motore. Le regioni più interessate da questo brutto fenomeno sono la Lombardia, il Veneto e la Toscana con già 3 morti ciascuno.
Anche la pirateria stradale è sotto osservazione con già tre casi rilevati nel primo mese di quest’anno un dato in aumento che va in controtendenza rispetto al bilancio dei pedoni, gli utenti più deboli della strada, che hanno riportato un miglioramento rispetto ai numeri del 2023.
La strada è ancora lunga per veder un cambiamento tangibile ma bisogna iniziare dalle piccole cose come maggior attenzione quando si guida ed un percorso educativo che parte dalle famiglie e si sviluppa nelle scuole, volto a formare consapevolezza negli utenti stradali di domani. Solo così si può davvero annientare la problematica.
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