Abbiamo contatto in esclusiva il giornalista de Il Messaggero Carlo Gugliotta e grandissimo esperto di ciclismo. Con lui abbiamo cercato di capire in che condizione è questo sport oggi e non solo.
Attraverso le sue parole abbiamo capito diverse cose interessanti legate a questo mondo, riuscendo anche ad approfondire diversi argomenti interessanti.
Che momento sta vivendo il ciclismo come sport?
Sicuramente un momento molto bello per i tifosi. Stiamo assistendo a una bellissima rivalità, quella tra Wout Van Aert e Mathieu Van der Poel, che fa sicuramente bene a tutto il movimento. I due si affrontano per tutto l’anno sia nel ciclocross che su strada, anche se Wout ha fatto una stagione di ciclocross più breve. E poi nelle grandi corse a tappe, da quest’anno, vedremo quattro corridori che cercheranno di vincere il Tour de France: Pogacar, che tenterà la doppietta con il Giro, che dovrà vedersela con Vingegaard, Roglic ed Evenepoel. E’ senza dubbio uno spettacolo.
Crede che in Italia potrebbe uscire dalla nicchia e diventar nazional popolare con l’esplosione di qualche azzurro come accaduto nel tennis con Sinner? Sinceramente è molto difficile. In Italia c’è molta attenzione sulle grandi corse a tappe e purtroppo ad oggi non abbiamo un corridore che possa riuscire a trionfare in quelle corse. Sicuramente abbiamo un trascinatore come Filippo Ganna, che ha fatto appassionare molte persone al ciclismo su pista oltre a far vivere con grande entusiasmo le sue imprese a cronometro. Pippo riesce a far appassionare molte persone e può essere considerato il vero trascinatore del movimento azzurro.
Eppure quando c’è il Giro d’Italia tutti scendono in piazza…
Sì, perché il ciclismo è uno sport che entra nelle case delle persone. Soprattutto, è uno dei pochi sport, forse l’unico, dove si fa il tifo per tutti, dal primo all’ultimo arrivato.
Carlo Gugliotta tra Pantani e l’attualità
Continuiamo parlando di ciclismo italiano e non solo con Carlo Gugliotta.
Al momento chi è secondo lei il miglior ciclista in piazza?
È difficile fare il nome di un corridore. Colui che ha dimostrato di saper vincere tutto senza limiti è sicuramente Tadej Pogacar: dove riusciamo a trovare un corridore che riesce a vincere Fiandre e Il Lombardia nello stesso anno? Tadej può vincere sia le corse di un giorno meno adatte alle sue caratteristiche, come la Sanremo, sia le grandi corse a tappe. Sono curioso di vedere se davvero quest’anno Mathieu Van der Poel prenderà parte alla Liegi-Bastogne-Liegi: credo che lui possa vincere tutte e cinque le monumento.
Qual è invece il talento in prospettiva?
Ce ne sono tanti. In casa Italia, al di là di tutto ciò che è successo lo scorso anno, vedrei molto bene Antonio Tiberi per le corse a tappe. E poi abbiamo definitivamente trovato un Jonathan Milan che può diventare il più forte velocista al mondo.
In questi giorni arriva l’ennesimo anniversario della morte di Pantani, vent’anni senza di lui. Cosa vuole dire?
Marco è un corridore che manca molto in gruppo per la sua personalità: il suo modo di correre ha fatto appassionare tanta gente, me compreso, e credo che non ci sarà mai più un altro corridore capace di attirare le folle come ha fatto lui.