La fine di Marco Pantani si lega a una terribile storia di doping che lo aveva travolto all’improvviso, proprio quando stava dimostrando di essere il più forte di tutti. Ma qual è la causa della morte del ciclista?
Le accuse infamanti si sono mosse sempre sul sottile filo della realtà e dell’indignazione di un pubblico che amava tantissimo il Pirata.
La vita di Marco cambiò per sempre il 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio quando alle 10.10 arrivarono i risultati dei controlli svolti dai medici dell’UCI. Questi riscontravano una concentrazione di globuli rossi di ematocrito al di sopra della soglia del consentito. Il valore del ciclista era di 51.8% mentre quello che era consentito era del 50%.
Nonostante Marco non fosse risultato positivo a un controllo antidoping fu sospeso dal Giro d’Italia “a scopo precauzionale”. Di fronte a questa notizia la squadra del Pirata si ritirò in blocco con Paolo Savoldelli che rifiutò di indossare la maglia rosa. Furono anni complessi di accuse infamanti, di parole dette fuori posto che minarono la sicurezza di un uomo che in quel momento stava vivendo un momento altissimo della sua carriera.
Ma quale fu la causa della morte di Marco Pantani? Prima dobbiamo continuare con un racconto molto delicato in cui l’ufficio stampa della Maratone Uno sottolineò come il venerdì sera e il sabato pomeriggio i prelievi prevedevano un valore di ematocrito del 48% dunque nella media.
Ci fu poi l’8 novembre del 2007 la lettera del boss della mala milanese Renato Vallanzasca a mamma Tonina che sottolineava come in carcere un suo amico, solito alle scommesse clandestine, lo aveva avvicinato per dirgli, nonostante la vittoria scontata, che Marco non avrebbe vinto il Giro.
Tutti ricorderanno poi la frase dopo la condanna dello stesso Marco: “Mi sono rialzato dopo tanti infortuni, sono tornato a correre. Questa volta però abbiamo toccato il fondo. Rialzarmi stavolta sarà molto difficile”.
Difficile riassumere brevemente tutta la storia di Marco Pantani, di cui abbiamo parlato con il criminologo Luca Steffenoni, che tornò a correre nel 2000 anche se non in grado di riuscire a tirare fuori le emozioni e la forza di un tempo.
Dal 2001 iniziò un’altra tragica discesa fino alla morte del febbraio del 2004 in quella camera d’albergo del residence Le Rose a fronte di una storia impossibile da capire e da accettare ancora oggi vent’anni dopo la morte del Pirata.
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