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Tutti i soprannomi dal ciclismo, ecco le spiegazioni: dal Pirata al Cannibale

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Matteo Fantozzi

Il Pirata, il Cannibale, La Farfalla di Maastricht, lo Squalo e ancora molti altri. Andiamo a leggere quelli che sono tutti i soprannomi del ciclismo. Soffermiamoci sulle spiegazioni.

Protagonisti sono alcuni dei più grandi protagonisti di questo sport che hanno permesso al ciclismo di diventare un fenomeno in giro per il mondo con le loro pedalate. Ma ora andiamo a leggere i più famosi.

I soprannomi del ciclismo (ANSA) Bicizen.it

L’indimenticabile Marco Pantani veniva chiamato da tutti il “Pirata”, ma perché? Si tratta di un soprannome che ha preso più piede dopo la morte del ciclista che si era presentato a Cesenatico con un nuovo look e cioè capelli totalmente rasati e orecchino proprio come un pirata.

Eddy Merckx invece veniva soprannominato il “Cannibale” per via di come aggrediva e mangiava l’asfalto. Parliamo di uno dei più grandi protagonisti della storia del ciclismo, abile a muoversi in progressione e pressione. In realtà il soprannome nacque a fronte di una storia molto particolare. Durante un pranzo con il collega Christian Raymond specificava che questi non lasciava agli altri nemmeno le briciole volendo vincere sempre lui.

Vincenzo Nibali invece era per tutti lo “Squalo” per il suo modo di correre all’attacco e un soprannome molto simile a quelli precedenti.

I soprannomi dei ciclisti, ecco i più famosi

Tom Dumoulin è il vincitore dell’ultima edizione del Giro d’Italia e viene chiamato da tutti la “Farfalla di Maastricht”. Ovviamente la città è quella che gli ha dato i natali mentre la sua eleganza in bici e la pedalata leggiadra fanno pensare a una farfalla.

Ciclismo e soprannomi (ANSA) Bicizen.it

Paolo Bettini invece veniva soprannominato il “grillo” perché era veramente formidabile in quelle che erano corse di un solo giorno. Invece, tornando più indietro nel tempo, c’è Bernard Hinault, classe 1954 che veniva soprannominato il “tasso” per via di un fisico non di certo irresistibile.

E poi abbiamo ancora Mark Cavendish che venne soprannominato “cannonball”, palla di cannone per il suo modo esplosivo di muoversi nello sprint per un velocista che ha ottenuto straordinari successi in carriera.

Gino Bartali era bravissimo nel lavorare sulle progressioni montuose e proprio per questo era soprannominato Gigante delle Montagne raggiungendo degli ottimi risultati. Tra gli italiani c’è anche il grande Felice Gimondi che tutti chiamavano Nuvola Rossa soprannome dato dal giornalista Gianni Brera.

Insomma sono tutti nomi molto singolari e che hanno influenzato anche le leggende nate dietro a straordinari ciclisti in grado di scrivere stupende pagine di storia del ciclismo.

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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