Appena un anno fa, l’Unione Europea ha dato l’ok per il “piano bici” ovvero un progetto denominato Cycling Strategy. Ma di cosa si tratta esattamente? E qual è il suo scopo?
L’utilizzo della bicicletta è diventata oggi quasi un’esigenza proprio perché rappresenta il mezzo ideale per gli spostamenti veloci e per ridurre drasticamente il traffico delle automobili, soprattutto nelle grandi città.
Per la salute ambientale poi, sicuramente la due ruote è una vera e propria boccata di ossigeno, considerando che favorisce una minore congestione ed un’aria più pulita.
Ma non è solo una questione ambientale; pedalare è infatti un’attività che apporta molteplici benefici al nostro corpo e di conseguenza sulla nostra salute sia fisica che mentale. Sono questi e molti altri, i motivi per cui il Parlamento ha sentito l’esigenza di creare il piano di cui ora vi parleremo.
Iniziamo col dire che per Cycling Strategy si intende lo stratagemma adottato e approvato esattamente il 16 febbraio del 2023 dal Parlamento Europeo a seguito dell’iniziativa dell’eurodeputata francese, nonché presidente della commissione Trasporti e turismo del Parlamento stesso, Karima Delli.
L’idea nasce dall’esigenza di avere sempre più misure mirate a incrementare l’uso delle biciclette. Per questo è stato anche pensato di raddoppiare, entro il 2030 la rete delle piste ciclabili, ovvero sviluppare sempre più l’EuroVelo, creare parcheggi appositi ed attrezzature preposte per la ricarica di bici elettriche.
Ma non finisce qui, oltre a promuovere investimenti in ogni Stato Membro per migliorare le infrastrutture, la Cycling Strategy mira anche all’incremento di luoghi di lavoro a misura di bicicletta, nonché all’ ampliamento del mercato ciclistico per favorire nuovi posti di lavoro.
Un altro dei punti su cui verte il piano bici, è quello che prevede la riduzione delle aliquote Iva sulla vendita, la riparazione ed il noleggio delle due ruote, sia quelle tradizionali che quelle elettriche, in modo da favorire sempre più la loro vendita e di conseguenza il loro utilizzo. Questa sarebbe una grande innovazione per tutti gli Stati dell’Unione Europea, ad esclusione del Portogallo dove esiste già una misura che prevede di ridurre l’Iva dal 23% al 6%.
Ora, con questi presupposti non ci resta che sperare e augurarci che il 2024 sia veramente l’anno europeo della bicicletta.
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