Gino Bartali è stato uno dei più grandi ciclisti di sempre, personaggio straordinario che ha scritto delle pagine straordinarie nella storia dello sport internazionale.
Oggi vogliamo raccontarvi questo personaggio più da vicino, svelando cose che magari non conoscete e che hanno emozionato milioni di persone in giro per il mondo.
Gino Bartali è nato a Ponte a Ema il 18 luglio del 1915 ed è stato un grandissimo ciclista italiano, professionista tra il 1934 e il 1954. Tra i suoi soprannomi quello più amato era Ginettaccio con cui veniva spesso chiamato anche dai radiocronisti dell’epoca.
Bartali ha vinto tanto in carriera tra cui tre giri d’Italia (1936, 1937 e 1946) e due Tour de France (1938 e 1948). Si era dimostrato campione straordinario in un mondo differente per lo sport rispetto a questo momento. Siamo pronti a raccontare dunque quella che è una vera e propria leggenda.
Al ciclista fu dedicata anche una miniserie dal titolo Gino Bartali L’intramontabile in cui è stato interpretato da uno straordinario Pierfrancesco Favino nel 2006. La serie è andata in onda in prima tv il 26 e il 27 marzo di quell’anno per la durata totale di 201 minuti.
Nel cast oltre a Favino troviamo Simone Gandolfo nel ruolo di Fausto Coppi e ancora Nicole Grimaudo, Francesco Salvi, Edoardo Gabbriellini, Giuseppe Gandini, Gianna Giachetti, Sandro Ghiani, Christian Ginepro e molti altri ancora.
Alla prima messa in onda la serie riscontrò uno share attorno al 32% e una media tra le due serate di 8 milioni di telespettatori collegati.
Tra le tante cose da raccontare nella storia di Gino Bartali c’è lo scontro infinito con l’avversario di sempre Fausto Coppi con il quale fece piazza pulita di titoli nel corso degli anni.
Tutti ricordano anche quando dopo un infortunio Bartali si fece da parte aiutando Coppi in una vera impresa. I risultati raggiunto dai due hanno permesso di arrivare a dei risultati straordinari per il nostro sport.
Nel 2013, tredici anni dopo la sua morte, Gino Bartali è stato dichiarato Giusto tra le nazioni per quello che aveva fatto durante la Seconda Guerra Mondiale per gli ebrei e che vi abbiamo già raccontato.
Durante il secondo conflitto mondiale Bartali trasportò documenti falsi nel manubrio e nella sella della sua due ruote per portarli alle famiglie ebree e perseguitate delle città di Assisi e Firenze. Quando veniva perquisito specificava di non toccare la bici perché calibrata per le gare.
Lui stesso dichiarò: “Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima e non alla giacca”. Fu infatti molto riservato per l’opera fatta senza volere che se ne parlasse per forza per rendergli merito.
Dimostrò inoltre di essere un uomo che teneva molto al sociale perché anche già in età molto avanzata perpetuò la lotta contro il doping nel mondo del ciclismo. Si dimostrò così ancora una volta attento a tematiche molto importanti dove molto spesso nessuno vuole metterci la faccia.
Gino Bartali morì il 5 maggio del 2000 all’età di 85 anni. Fu colto da un attacco di cuore nella sua casa a piazza cardinal Dalla Costa a Firenze. Successivamente fu sepolto nel cimitero del suo paese natale e cioè Ponte a Ema.
Anche in quel caso però, ricordando la semplicità dell’uomo, si decise di non parlare troppo del malore e della sua scomparsa compreso il funerale. Gino era un uomo semplice, una star di altri tempi, un vero uomo di sport in un’epoca diversa da quella di oggi dove i social network non esistevano, ma non c’erano ancora nemmeno cellulari e televisione.
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