La storia che vi vogliamo raccontare è quella di un italiano che con l’e-Bike ha rischiato la vita. L’obiettivo era quello di raggiungere dei record straordinari.
La sua storia ha fatto il giro del mondo perché questi ha dimostrato grandissima voglia di raggiungere risultati e predisposizione a premere sui pedali.
Protagonista di questa singolare avventura è una di quelle che vengono chiamate fatbike e che sono molto in voga nel nostro paese in questi ultimi anni. Sicuramente anche voi l’avrete visti per strada di modelli come questo, senza però sapere che il nome fosse questo. Di fatto stanno conquistando il mercato.
Si tratta di una bici da fuoristrada o mountain bike che serve per andare su terreni dissestati. La caratteristica è quella di copertoni di maggiore larghezza rispetto al solito. Si arriva fino ai 3.8 pollici con quell’impressione di ruotoni che si vede spesso per le nostre strade. Proprio per questo vengono chiamate “bici dalle ruote grosse” in gergo comune e sono maggiormente adatte agli sport invernali, diventando scomodi e pesanti da utilizzare durante l’estate. Sono state inventate per muoversi soprattutto sulla neve dove l’attrito è maggiore e dove con ruote normali è praticamente impossibile muoversi. Andiamo a leggere quanto fatto dal nostro connazionale.
L’impresa di un italiano e il grande rischio
Las toria che vi vogliamo raccontare è legata al progetto Eyes on ice e sicuramente fa riflettere ed è anche difficile solo da commentare.
Protagonisti sono l’atleta Alessandro Plona e l’esploratore Alex Bellini, due uomini straordinari dal temperamento e dalla volontà di raggiungere i risultati messi sempre nel mirino.
Come racconta Askanews infatti hanno utilizzato una fatbike realizzata con la stampa 3d con un telaio costruito in plastica riciclata. L’obiettivo era quello di affrontare l’Alaska e temperature fino a -40°. I test per capire la resistenza della bici sono stati eseguiti nella camera climatica del Politecnico di Milano,
Su Libero leggiamo le parole dei diretti interessati: “La tecnologia è un elemento abilitante dell’esplorazione passata, presente e futura. Ne sono un emblema gli esploratori spaziali, lo stesso discorso vale per chi si sposta su piano orizzontale e quando la tecnologia si trova a incontrare l’utilizzo di nuovi materiali e la sensibilità per utilizzare alcuni materiali di riciclo allora sono davvero felice“.
Di sicuro la tecnologia si è rivelata fondamentale al centro di questo progetto straordinario che ha impegnato a lungo i protagonisti della nostra storia.