Flexyman è l’uomo più discusso del momento ma c’è qualcuno che ha distrutto gli autovelox in modo legale in tribunale
Viene definito l’eroe degli autovelox, Flexyman, colui che mascherato taglia di netto i pali su cui sono applicati i misuratori di velocità stradali. Sono tanti e diffusi in diverse regioni, gli autovelox, ormai resi inefficaci dall’azione di questo uomo che si suppone sia più di uno. Ma è davvero necessario e utile? Sicuramente sono in molti a idolatrarlo ma gli strumenti vengono immediatamente rimpiazzati con altri.
Le multe continuano ad arrivare a casa delle persone e le polemiche crescono sull’effettiva legalità di tali sistemi di controllo della velocità. C’è un altro sistema per contrastare l’azione illegale di alcuni di questi autovelox. Qualcuno lo ha scoperto e denunciato ottenendo la ragione in un tribunale. Cosa è successo e perché ha avuto ragione?
Autovelox illegali? Una donna italiana ha ottenuto il rimborso
Non è necessario abbattere con un flessibile tutti gli autovelox diffusi sulle strade italiane. Esistono metodi legali per contrastare le azioni dei velocimetri sempre più presenti sulle strade italiane. A metterli in atto è stata una donna di Vercelli che si è vista recapitare per ben sei volte sanzioni stradali. Tutto ciò è avvenuto nel 2023, nei mesi di febbraio e marzo, quando è stata rilevata una velocità più alta di quella consentita sulla Strada provinciale Sp 230 dall’autovelox di Quinto.
Si tratta di una delle ultime installazioni da parte della Provincia. Nella prima metà del 2023 ha ottenuto il record delle infrazioni dovute all’eccessiva velocità rispetto a quelli già presenti in zona. Ed è proprio grazie a questo dispositivo che è stata colta in flagrante una donna che nel giro di due mesi ha superato il limite di velocità fissato a 90 km/h. Tale limite è, infatti, stato predisposto sulla via che da Vercelli porta fino a Biella.
L’automobilista si è vista recapitare, quindi, cinque verbali per un valore di 140 euro di multa ognuno oltre a perdere tre punti della patente. Ma c’è anche una sesta sanzione da 48 euro e senza decurtazione dei punti, che si è andato a sommare ai precedenti. Quindi la signora ha ricevuto sanzioni per 748 euro in due mesi e 15 punti in meno sulla patente. La donna non ha accettato questo bombardamento di foto che l’hanno immortalata sulla strada di ritorno dal lavoro che svolge presso un istituto bancario.
“È capitato che talvolta, sovrappensiero o stanca dopo una giornata lavorativa, possa aver schiacciato troppo sull’acceleratore […]” racconta il marito dell’automobilista multata, avvocato Carlo Biancheri. Ed è proprio lui a studiare i sei verbali e aver esaminato le precedenti sentenze emesse per casi simili, ha deciso di presentare ricorso presso il Giudice di pace di competenza. Il giudice ha annullato i verbali ed ha emesso una condanna verso la Provincia che ha dovuto rimborsare la moglie dell’avvocato Biancheri di tutti gli importi già versati.
Il ricorso si è basato sull’illegittimità delle sanzioni, come ha spiegato l’avvocato: “In Italia manca un provvedimento che disciplini l’omologazione di queste apparecchiature.” Ed ha continuato specificando che la sentenza n. 113 del 2015 emessa dalla Corte Costituzionale, specifica quali sono i processi di omologazione degli autovelox. In quel caso non era stato seguito il procedimento corretto.
La risposta è pervenuta da Davide Gilardino, presidente della Provincia che ha dichiarato la volontà di opporsi alla sentenza emessa dal Giudice di Pace. “Gli avvocati fanno la loro parte, e trovano cavilli per evitare le sanzioni, anche a fronte di comportamenti non corretti.” Spiega il presidente e continua dicendo che “Rispettare la legge, e i limiti di velocità, è doveroso, noi mettiamo gli autovelox nei punti più pericolosi, quindi chiediamo maggiore attenzione.”