Accostare Sherlock Holmes ad Arthur Conan Doyle è normale, ma cosa succede quando a questi si aggiunge una bicicletta? Andiamo a vederlo.
La curiosità sulla storia della letteratura sono infinite, come quella che vi vogliamo raccontare oggi che è davvero molto sorprendente.
Sherlock Holmes è un personaggio letterario molto interessante e amato in tutto il mondo, ideato alla fine del XIX secolo dallo scrittore Arthur Conan Doyle. La sua prima apparizione arriva nel primo romanzo del 1887 dal titolo Uno studio in rosso. In totale lo abbiamo visto in quattro romanzi e circa cinquantasei racconti pubblicati su riviste o in volumi antologici.
Sono bastate queste opere per farlo diventare fondamentale nella storia della letteratura come personaggio più famoso della storia investigativa. Anche al cinema è apparso in tantissimi film, ultimi quelli diretti da Guy Ritchie in totale oltre 70 che hanno sicuramente lanciato il personaggio nella cultura di massa come l’investigatore per eccellenza. Tanto che anche a voi sarà capitato di sentir dire “Ma che sei Sherlock Holmes” a fronte di una scoperta fatta. Andiamo ora a leggere però cosa c’entra in tutto questo la bicicletta.
Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle e la bicicletta
Una frase di Arthur Conan Doyle, padre di Sherlock Holmes, sulla bicicletta è sicuramente molto interessante e fa riflettere.
Nel 1885 scrisse un articolo per Scientific American sottolineando: “Quando il morale è basso, quando il giorno sembra buio, quando il lavoro diventa monotono, quando ti sembra che non ci siano più speranze, monta sulla tua bici e pedala senza pensare a nient’altro che alla strada che dovrai percorrere“.
Questo fa capire il forte potere terapeutico della bici che è sicuramente un qualcosa di molto importante sotto ogni punto di vista. Andare sulla due ruote infatti ci permette di vivere tutto con maggiore leggerezza, dimenticando i problemi della vita.
Sebbene sia tutto lo sport a permetterci questo la bici ha un potere particolare perché ci porta a viaggiare anche in mondi differenti che non riusciamo a vedere né in macchina né a piedi. Una cosa che emerge pure dalle parole di una persona intelligente e nota come Conan Doyle che ha riportato la sua passione anche in letteratura.
Basti sapere che uno dei romanzi si chiama proprio Sherlock Holmes e l’avventura del ciclista solitario. Una riflessione che apre strada anche alle passioni del noto letterato che ha fatto la storia della letteratura internazionale anche grazie a questo personaggio.