Annie Londonderry è stata un’avventuriera e ciclista americana di origine ebreo lettone, autrice di tantissime imprese. Nel corso del tempo rivendicò un record che possiamo considerare davvero storico.
Donna dalla grande perseveranza è entrata nella cultura di massa per le diverse cose fatte nella sua vita. Andiamo a scoprire dunque qualcosa di più in merito a un percorso di crescita che nel corso del tempo le ha regalato grandissima notorietà.
Annie Londonderry, chi è?
Annie Londonderry è lo pseudonimo di Annie Cohen Kapchovsky nata in Lettonia tra il 1870 e il 1871 e scomparsa a New York l’11 novembre del 1947. La sua famiglia, quando lei era ancora una bambina, emigrò negli Stati Uniti cosa che le permise, fin da subito, di raggiungere la cittadinanza.
Cresciuta a Boston nel Massachusetts una giovane diciassettenne si trovò a dover badare ai fratelli più piccoli per la morte improvvisa dei genitori e la decisione dei fratelli più grandi di sposarsi e andare via. Sicuramente però divenne famosa per qualcosa di ben diverso rispetto al passato.
Avventuriera ciclista
La grande impresa di Annie Londonderry è legata al fatto che rivendicò di essere stata la prima donna che ha fatto il giro del mondo tra il 1894 e il 1895. Il tutto iniziò come una scommessa da parte dell’ex studente di Harvard E.C.Pfeiffer. Iniziò a pedalare sotto lo pseudonimo di Paul Jones nella metà del febbraio del 1894.
Dichiarò inizialmente che stava provando a completare il giro del mondo in un anno per una scommessa di 5mila dollari. Poi dopo due settimane dalla partenza sottolineò che non c’era nessuna scommessa in questione. Successivamente due ricchi della città scommisero 20mila dollari contro i 10mila che nessuna donna sarebbe stata in grado di fare un’impresa del genere, sbagliarono clamorosamente.
Viaggio
Il viaggio di Annie Londonderry iniziò il 27 giugno del 1894 attorno alle ore 11 di mattina. Partì dalla Massachusetts State House che si trovava sulla Beacon Hill. L’allora 24enne aveva una gonna lunga, un corsetto e una camicia col colletto alto. Inoltre portava con se un cambio di vestiti e una pistola per la sicurezza personale.
Scelse di seguire le linee guida della League of American Wheelmen in quello che era il suo viaggio verso Chicago. Qui aveva tutte le distanze per non perdere l’orientamento. Arrivò nella città in questione il 24 settembre successivo, perdendo 9 kg. Nonostante la voglia di andare avanti si avvicinava l’inverno che rendeva tutto più difficile. Cambiò dunque bicicletta costretta a pedalare in calzoncini e maglione rispetto alle vesti da donna precedenti.
Fu così che si mosse verso Le Havre grazie al vapore francese La Touraine anche se si trovò subito ad avere problemi burocratici. Arrivò anche un infortunio, ma nonostante questo riuscì a girare molte località da Alessandria d’Egitto a Singapore, Saigon, Hong Kong, Nagasaki, Kobe e Shanghai. Fino al ritorno negli Stati Uniti che le regalò delle grandissime soddisfazioni per la celebrazione del suo percorso e della sua voglia di raggiungere il risultato ultimo.
Influenza culturale
Fu travolgente anche l’influenza culturale dettata dal personaggio di Annie Londonderry che morì dimenticata da tutti nel 1947. Nel 2007 però il suo pronipote, Peter Zheutlin, pubblicò Around the World on Two Wheels: Annie Londonderry’s Extraordinary Ride. Nel 2011 invece Evalyn Parry portò sul palco SPIN una performance a tema ciclistico dove si parlava anche della donna.
Nel novembre del 2019 arrivò dal New York Times un riconoscimento molto importante. La donna fu commemorata in un necrologio all’interno della serie Overlooked che era dedicata ai personaggi di cui la morte era passata totalmente inosservata. Fu un risultato molto importante che fece ripristinare il valore morale della donna anche agli occhi dei suoi eredi. Finalmente si tornava a parlare di una grande donna che in passato aveva fatto cose straordinarie.
Nell’ultimo periodo ha rilanciato la sfida per compiere un’impresa simile la nostra Monica Consolini che ha dimostrato di avere grande carattere e forza oltre a determinazione. La ragazza di 33 anni è di Lazise, in provincia di Verona, e ha deciso di compiere il tutto al centro del progetto RidesmileS per affrontare con i sorrisi quei paesi dove non potrà essere capita attraverso la lingua.