Margherita Hack è stata una delle più grandi scienziate della storia, una donna straordinaria dotata anche di ironia. Ma sapete quello che diceva sulle biciclette?
Questo strepitoso personaggio più volte è intervenuta anche sull’ambito sportivo per dire la sua, dimostrando una sincera maturità e la voglia di raccontarsi sempre di fronte ai microfoni.
La scienziata è nata a Firenze il 12 giugno del 1922 ed è scomparsa a Trieste il 29 giugno del 2013. In oltre novant’anni di vita ha dato tantissimo al nostro paese, dimostrandosi personaggio da una cultura infinita, ma anche di una simpatia ben al di sopra della media considerando anche il suo ruolo. Persona straordinaria ha dimostrato di avere anche la forza per spiegare a tutti le cose più complesse.
Le sue opere e l’intelligenza dimostrata le sono valse diverse nomine tra cui quella di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Medaglia d’oro ai benemeriti della scienza e della cultura e Civica benemerenza del Comune di Trieste. Si è parlato molto di lei anche in merito alle opinioni, spesso espresse, in merito alla religione. Di sicuro è un personaggio che ci manca molto anche se non tutti sapevano di un legame con il mondo delle biciclette, andiamo a leggere in che senso.
Le parole di Margherita Hack sulle biciclette sono contenute in Diario di un incontro scritto con Marco Santarelli ed edito da Zikkurat nel 2010.
Qui la donna specifica: “Camminare a me non va, in bicicletta vo’ meglio. È un mezzo faticoso. Fino a poco tempo fa pedalavo spesso, ricavandone equilibrio, volontà e voglia di fare”. Successivamente nel 2011 Margherita ha anche pubblicato il libro La mia vita in bicicletta edito da Ediciclo del 2011.
Diventa interessante andare ad approfondire anche come queste menti illuminate abbiano dato peso non di poco conto allo sport.
Margherita ha anche fatto l’atleta nella sua vita dilettandosi in campionati nazionali di un certo peso per quanto riguarda sia il salto in alto che quello in lungo. Nel 1942 arriva al risultato più importante in merito e cioè il bronzo per un salto in alto da 1.45 metri.
Sport che dunque l’ha accompagnata in tutta la vita anche nel contesto della bici che era uno dei suoi mezzi preferiti per girare soprattutto in città. Una donna con una storia complessa che dunque ha mostrato interesse per il mondo delle biciclette senza mai farne mistero.
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