L’Italia è sempre più pericolosa per i ciclisti: i numeri sono davvero esagerati e scatta l’allarme. Ecco cosa sta accadendo…
Sono poco più di 18mila chilometri di itinerari ciclabili in Italia che collegano alcuni tra luoghi più belli della Penisola italiana. Eppure, le nostre città sono sempre più dei veri e propri incubi per i ciclisti, quasi itinerari di guerra. E l’accostamento non è assolutamente esagerato, anzi.
Come detto, le piste ciclabili non mancano e soprattutto al Centro-Nord, tra Emilia-Romagna e le regioni alpine, di bici in città se ne vedono ormai sempre di più. Ma il pericolo che ogni giorno affrontano i ciclisti è davvero notevole, almeno secondo i dati raccolti dalle testate giornalistiche e dai relativi organi dedicati alla raccolta dati.
Le statistiche sono sempre più allarmanti perché il nostro Paese, in questo settore, è decisamente indietro rispetto alle altre nazioni europee. Soprattutto al Nord Europa infatti, problemi come questi sono inesistenti ed è davvero molto forte la cultura della bicicletta, utilizzata per andare a lavorare ma anche per spostarsi in città e non solo. Belgio ed Olanda ma anche i Paesi scandinavi, in questo senso, possono davvero dettare legge e dare l’esempio. In Italia invece, sembra esserci una grande emergenza.
Ciclisti in Italia, il dato è allarmante: cosa sta accadendo
Nel 2023, stando ai dati riportati dall’Osservatorio Asaps-Sapidata, sono ben 197 i ciclisti morti in Italia, sulle nostre strade. Ben 34 solo nel mese di luglio, uno dei più caldi dell’anno che si presta decisamente all’utilizzo della bicicletta. La maglia nera, tra le Regioni, va alla Lombardia; ben 39 i morti, 10 in più dell’Emilia-Romagna – 29 – mentre il Veneto si ferma a 22 decessi.
“Ogni anno è come se scomparisse il Giro d’Italia“, il commento del presidente dell’Associazione sostenitori della Polizia stradale Giordano Biserni. Il dato, in leggero calo rispetto ai 205 decessi del 2022, è comunque allarmante anche perché si tratta di numeri parziali considerato come dal conteggio siano esclusi i feriti gravi che poi spirano in ospedale.
Ben 175 gli uomini deceduti per incidenti stradali in bicicletta, 22 le donne mentre 18 i casi di pirateria, con l’investitore fuggito dopo aver investito il ciclista. Nelle statistiche vanno evidenziate le ore notturne come quelle più pericolose con le strade extraurbane nel mirino.
“Rappresentano l’insicurezza delle nostre città, anche per la grande velocità degli automobilisti. Le bici vanno tutelate con un aumento della sicurezza attraverso controlli sempre maggiori” ha spiegato Biserni che ha evidenziato la necessità dell’approvazione urgentemente del disegno di legge attualmente in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati.
Ed il 2024 non è certo iniziato nel migliore dei modi. A Milano ancora una volta è avvenuto il primo decesso di un ciclista, Ivano Calzighetti, 37enne barista che stava tornando a casa di notte, dalla compagna e dal figlio. Travolto ed ucciso da una Peugeot 206 in viale Umbria, ennesimo episodio di una scia di sangue che proprio non accenna a fermarsi.