Sono tanti i rimpianti che aleggiano intorno alla figura di Michael Schumacher. Uno su tutti, però, sembra proprio non andare giù
Il campione tedesco ha fatto la storia della Formula 1 guidando diverse monoposto, ma è sulla Ferrari che è riuscito a dimostrare il meglio del suo talento durante la sua carriera. La Jordan Benetton gli ha spalancato le porte della massima categoria motoristica nel 1991 e con questa scuderia è riuscito a conquistare i suoi primi due titoli mondiali. Con la Rossa, invece, il campione ne ha raggiunti ben 5 consecutivi a partire dal 2000, anno in cui si apprestava a trascorrere il suo quinto anno a Maranello.
Dopo quest’incredibile serie di successi, però, un terzo e un secondo posto nella classifica piloti finale, hanno portato lontano dall’Italia il talentuoso Michael Schumacher, il quale decise di firmare per la Mercedes. A quei tempi, l’approdo di James Vowles in quest’ultimo team era appena avvenuto, nel 2010, ma insieme il tedesco e l’inglese, purtroppo, non riuscirono a incidere molto, dato che alla fine dei campionati successivi “il cannibale” non riuscì ad andare oltre l’ottavo posto.
A parlare di questi ultimi tempi in Formula 1 di Michael Schumacher è stato proprio Vowles, il quale ha voluto esprimere il rimpianto per quei periodi indimenticabili, ma anche contornati da vari insuccessi. “Il campione era un leader e la squadra assecondava le sue scelte”, ha affermato l’ingegnere di Felbridge. Oggi, quest’ultimo è divenuto il team principale della Williams Racing, ma fino allo scorso anno è stato il capo stratega proprio della Mercedes.
Le parole da cui prendere l’esempio
L’ingegnere britannico è intervenuto in un podcast di High Performance e ciò che ha affermato in merito al periodo in cui “Schumi” correva per la Mercedes può aiutare a comprendere quel periodo. “Era una persona molto attenta anche alle dinamiche famigliari dei suoi colleghi”, ha detto del pilota di Hürth James Vowles.
“Se c’è una cosa che posso rimpiangere nella mia vita, riguarda la mancata vittoria di Schumacher con la Mercedes”, ha evidenziato chiaramente il team principal della Williams. “Ha sempre meritato di vincere”, ha poi aggiunto, anche se non è andata affatto così.
Infine, Vowles ha voluto sottolineare quanto fosse un collega speciale, che non si interessava a chi gli stava intorno per poter ottenere qualcosa, ma perché ci teneva veramente. “Si interessava molto a chi fossi e a cosa mi motivasse”, ha poi concluso l’intervista, ma non prima di descriverlo anche come un personaggio diverso da quello che eravamo soliti vedere di fronte alle telecamere.