I furti di auto sono un problema sempre più marcato in Italia: l’intervento della Polizia fa scattare l’allarme.
Il 2023 è stato anche l’anno che ha fatto registrare un boom nel settore auto di cui tutti avrebbero fatto volentieri a meno. Stiamo parlando dei furti di automobili, ormai diventati sempre più numerosi: lo scorso anno si è infatti registrata una forte impennata che sta facendo preoccupare molto i proprietari di questi mezzi. Come emerso in alcuni report, le auto che sono finite maggiormente nel mirino dei ladri sono le Fiat Panda, 500 e 500x, ma anche la Toyota RAV4, la Jeep Compass e la Lancia Ypsilon.
Proprio in queste ore è diventata virale la notizia di un intervento della Polizia che ha permesso di scovare 233 auto rubate che venivano rivendute sul mercato. Come riportato anche da La Gazzetta dello Sport, le forze dell’ordine hanno provveduto al sequestro di questi 233 veicoli: dalle indagini è infatti emerso che si trattava di auto rubate che venivano poi rivendute a prezzo di mercato nonostante la loro provenienza illecita.
Molto spesso gli acquirenti che decidevano di comprare una di queste automobili erano totalmente inconsapevoli del fatto che si trattava di mezzi rubati. L’operazione condotta dalla III divisione della polizia stradale, denominata ‘Copenaghen’, ha portato a una serie di denunce per riciclaggio ed evasione dell’IVA. Ma non è tutto, perché stando a quanto affermato proprio dalle forze dell’ordine sembra che le indagini su questo giro – caratterizzato da diversi milioni di euro – siano soltanto all’inizio.
Tutto è cominciato quando gli investigatori hanno ritenuto sospetto un certo movimento di Nissan Qashqai provenienti da Danimarca e Spagna. Queste vetture, come emerso poi nei riscontri, venivano nazionalizzate per permettere alle stesse di circolare sul territorio italiano. Un’operazione che veniva eseguita da un’agenzia di pratiche auto con sede in Campania.
Tuttavia queste auto non potevano ovviamente essere nazionalizzate. Il procedimento si attua quando un veicolo proveniente dall’estero si iscrive alla motorizzazione italiana: peccato però che queste vetture erano state rubate, ripulite e messe in commercio tramite documenti falsi.
Le indagini portate avanti dagli investigatori hanno fatto emergere che oltre alle Nissan Qashqai veniva perpetrata la stessa truffa anche per molte altre auto di fascia media. Spesso queste auto risultavano rubate in Italia, a volte anche a poca distanza da dove venivano poi rivendute (dopo essere state attentamente ripulite nella loro identità). Rispetto al passato, spiegano gli agenti, la rivendita non avviene più a prezzi convenienti ma si basa sulle cifre di mercato: in questo modo i criminali riuscivano a guadagnare somme di denaro molto elevate.
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