In molti vogliono ricaricare la loro auto elettrica a casa, ma c’è un problema. Ecco però come si può riuscire a risparmiare.
Quello della ricarica è un tema di cui si parla sempre parecchio, e che rappresenta anche uno dei problemi delle auto elettriche. Il primo riguarda sempre quello dei costi di acquisto troppo elevati, che ovviamente non favoriscono l’avvicinarsi della gente ad una tecnologia che è ancora, per quasi tutti, del tutto sconosciuta. Gli incentivi che stanno per arrivare possono dare una mano, ma è chiaro che sono tanti altri i punti da chiarire.
L’autonomia molto più limitata rispetto ai veicoli termici è un altro tema, dal momento che coloro che viaggiano parecchio e spesso, anche per via di carenze infrastrutturali, non sono pronti per fare il salto verso le emissioni zero. Veniamo, quindi, alla tematica della ricarica, ed in Italia il numero di colonnine è ancora molto limitato, soprattutto se posto in relazione con quello del resto dell’Europa.
Una delle più grandi comodità nelle quali si può sperare è quello della ricarica domestica, di cui molti fanno già uso, ma che spesso è complessa per una grande serie di fattori. A questo punto, andiamo ad affrontare il discorso relativo ai contratti, che causano non pochi problemi da questo punto di vista, ma c’è comunque un metodo molto comodo per poter risparmiare e fare il “pieno” direttamente nel nostro condominio.
Ricarica, ecco come risparmiare facendola a casa
Rispetto alle auto dotate di motori termici, quelle elettriche ci danno la possibilità di effettuare la ricarica presso i condomini, dal momento che per farlo basta installare i famosi wallbox. Tuttavia, come riportato sul sito web “vaiaelettrico.it“, la questione è ben più complessa, anche a causa dei contratti che molto spesso sono piuttosto sfavorevoli da questo punto di vista.
Un lettore di questo sito web ha chiesto se per fare una ricarica in condominio esiste la possibilità di stringere nuovi contratti, e se c’è la necessità di utilizzare un proprio contatore, o se collegarsi a quello condominiale, che però da come ha detto il lettore prevede dei costi molto alti per questo tipo di utilizzo.
Da parte del sito sopracitato, è arrivata una risposta interessante, che però fa sapere che non esistono dei contratti specifici per la ricarica nel box condominiale. Pensate che i contatori condominiali, se sfruttati per i cosiddetti “altri usi”, hanno una tassazione IVA del 22% anziché il 10% che c’è di solito, per cui prevedono dei grandi svantaggi da questo punto di vista. Inoltre, se si sceglie un POD privato, dovranno anche essere pagate a proprie spese i costi di installazione del contatore, un vero e proprio bagno di sangue dal punto di vista economico.
Tuttavia, c’è comunque un modo per risparmiare, anche se la soluzione è fin troppo semplice e può lasciare qualche dubbio. Infatti, al giorno d’oggi si può spendere meno solo tramite un POD condominiale, ovvero senza optare per una soluzione privata, anche se in tal senso, c’è bisogno dell’approvazione di chi abita nello stesso condominio, e non sempre c’è apertura.