Duro colpo per uno dei più grandi colossi mondiali nella produzione automobilistica, con il contraccolpo economico che sarà tremendo.
Le aziende legate al mondo delle quattro ruote stanno vivendo un periodo molto complicato e stanno cercando in tutti i modi di poter limitare i danni. Sono diversi gli aspetti che stanno causando non pochi problemi, aggiungendo anche il fatto che molte stanno investendo moltissimo per la produzione di veicoli elettrici.
Si tratta di una decisione che sicuramente non sta trovando il benestare della maggior parte dei grandi produttori, con questi che vogliono venire incontro all’ambiente, ma le tecnologie moderne non sempre aiutano nella creazione di vetture di primo piano. Per questo motivo ci sono dei colossi come Ford o Volkswagen che hanno limitato la produzione di queste auto.
Non sono però solo questi i problemi al giorno d’oggi che si devono affrontare, perché purtroppo le guerre tra Russia e Ucraina e quella tra Israele e Palestina hanno delle conseguenze non solo sui civili innocenti, ma anche sull’economia mondiale. Lo si vede per esempio come lo scontro tra le due nazioni europee hanno portato a un rallentamento nella produzione dei chip per le vetture, e dunque un ritardo nella consegna dei nuovi veicoli.
Ora però a tenere banco è lo scontro mediorientale, con il Mar Rosso che sta diventando un terreno di guerra. Le navi mercantili occidentali stanno riscontrando non pochi problemi in seguito a una serie di attacchi che stanno ricevendo dai ribelli Houthi del Yemen, con questi che hanno dichiarato che non smetteranno di attaccare fino a quando non ci sarà una cessione delle ostilità da parte di Israele verso la Palestina e ora un colosso automobilistico deve chiudere.
Dopo gli annunci che vedevano la Tesla e la Volvo bloccare per un breve periodo la produzione di automobili per evitare ingenti perdite a causa degli attacchi nel Mar Rosso, la stessa decisione ora è presa anche dalla Suzuki. Il colosso giapponese infatti ha capito che in questo momento non si ha modo di trovare vita semplice nel Mar Rosso e recuperare i pezzi necessari.
Rispetto alle due aziende americane e svedesi, la Suzuki ha deciso per uno stop molto ridotto, durato solo per la giornata del 21 gennaio. Questo è avvenuto nella sede ungherese di Esztergom, luogo nel quale il colosso nipponico ha dato vita a grandi veicoli come la Vitara o la S-Cross.
Nonostante il blocco sia solo di un giorno, fa sì che la produzione di queste vetture slitti di circa una settimana rispetto ai piani iniziali. Una scelta dunque che da un punto di vista economico è molto consistente e soprattutto rischia di minare sempre di più il futuro delle automobili in tutto il mondo.
La richiesta degli Houthi sembra non terminare e non trovare modo di riappacificazione tra le parti, a meno che non ci sarà effettivamente il tanto atteso “cessare il fuoco”. Bloccare l’economia occidentale è sicuramente il metodo migliore per farsi ascoltare e le aziende automobilistiche stanno iniziando a riscontrare i primi problemi che dovranno essere risolti per evitare guai peggiori.
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