Le vetture elettriche ed ibride potrebbero subire un ulteriore battuta d’arresto dopo la decisione sindacale presa in una nota metropoli italiana.
Le auto elettriche e ibride continuano a fare una tremenda fatica ad essere accettate dai clienti meno progressisti. Dopo una normale curiosità iniziale da parte di alcuni, c’è stata la tendenza ad osteggiarle per svariati motivi. Tutti i benefici iniziali, in modo progressivo, si stanno annullando. Il prezzo di questi veicoli rimane elevato con un costo medio superiore ai 30mila Euro.
In sostanza, queste vetture costano tanto ma già dopo qualche anno precipitano sul mercato dell’usato. Al momento solo un minoranza di persone può permettersi di fare un investimento di tale portata senza preoccuparsene. Inoltre, la sostituzione eventuale di una batteria usata richiede un esborso di danaro impressionante. Le infrastrutture non sono ancora state sviluppate, alle nostre latitudini, in modo esteso e il piacere di guida non è, minimamente, paragonabile a quello delle sorelle termiche. Forse le cose miglioreranno con investimenti mirati.
Inutile però sottolineare che alcune aree del nostro paese si rivelano terreno fertile più di altre per questi veicoli. Se vi trovaste a fare un giro a Milano e dintorni per esempio, dati alla mano, ne vedreste diverse. Uno dei motivi che hanno spinto gli automobilisti meneghini ad investire sull’elettrico e sull’acquisto di auto ibride è legato all’ingresso nell’Area C. Fino ad oggi sono esenti dall’obbligo di pagare 7,50 euro per entrare nella zona, esclusivamente, le EV e le ibride. Un vantaggio consistente e anche un bel risparmio di natura economica.
Per coloro che hanno aggirato il problema del ticket per entrare nell’Area C acquistando una vettura elettrica o ibrida c’è una pessima notizia. E’ arrivata la proposta per far pagare il pedaggio anche per i possessori delle suddette vetture green. Si tratta dei punti più restrittivi alla circolazione contenuti nell’ordine del giorno presentato in Comune dai consiglieri Rosario Pantaleo, Enrico Fedrighini e Carlo Monguzzi, che verrà affrontato in Consiglio proprio in queste ore.
La proposta determina delle restrizioni ancor più stringenti sulla viabilità. Naturalmente l’idea ha già portato l’opposizione a prendere una posizione contraria. Già è stato infatti criticato il testo che porterebbe a limitare la circolazione in Area C alle diesel Euro 6, come alle benzina Euro 3, già da ottobre 2024. Lo scorso autunno, il sindaco Sala aveva annunciato: “Noi vogliamo chiudere al traffico privato il centro di Milano entro il primo semestre del 2024. La realtà cittadina è fatta di shopping, ma puoi entrare con i taxi, con i mezzi pubblici. Iniziamo col centro, ma poi ci allargheremo. A chi dice che con l’area B non è diminuito il traffico in città, voglio dire che è vero che il calo è stato solo del 2/3%, ma è cambiato il 7/8% della tipologia di vetture che entrano in città, ora meno inquinanti.”
Per di più gli automobilisti hanno investito grosse cifre per acquistare un’auto con un pacco batteria. Dal 2 ottobre 2023, nel capoluogo meneghino, in Area C è vietato l’accesso ai veicoli per il trasporto merci e per gli autobus con alimentazione: Euro 2 benzina, Euro 0-4 diesel con Fap, Euro 5 diesel, Euro 5 diesel senza Fap e con Fap e particolato > 0,01 g/kWh – ossia una classe inferiore a Euro 6 – mentre il costo del ticket per l’Area C è passato da 5 euro agli attuali 7,50 euro, mentre il ticket per i mezzi di servizio da 3 a 4,50 euro. Per i residenti invece il costo di ingresso è di 3 euro dopo 43 ingressi gratuiti durante l’anno. In queste ore, arriverà comunque una risoluzione della questione.
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