Stellantis non è in un momento facile, e c’è un grave guaio per tutti i lavoratori. Andiamo a scoprire cosa sta succedendo.
Il gruppo Stellantis possiede un gran numero di marchi italiani, e per quasi tutti loro, il 2024 sarà ricco di novità. Si partirà a febbraio con la presentazione della nuova Lancia Ypsilon, che per la prima volta porterà il powertrain elettrificato su un modello di questo marchio. I test su strada vanno avanti da tempo e c’è una grande attesa per scoprire le sue forme, ma non sarà l’unica aggiunta di quest’anno.
Ad aprile, infatti, Stellantis porterà alla luce anche la nuova Alfa Romeo Milano, un B-SUV che monta un motore elettrico, mentre l’11 di luglio toccherà alla nuova Fiat Panda. Tuttavia, non ci sono solo notizie positive per il brand, anzi, è proprio il caso di dire che c’è molto pessimismo. Andiamo a vedere cosa può accadere in questo sito di produzione.
Il gruppo Stellantis punta sui marchi italiani, ma la sensazione è che i luoghi di produzione non siano la priorità. Lo stabilimento storico di Grugliasco è stato chiuso, mentre la nuova Fiat Panda non nascerà a Pomigliano d’Arco, come accade con il modello attuale, ma lo farà a Kragujevac, in Serbia, un luogo che non ha niente a che fare con le nostre tradizioni e con la citycar più amata dagli italiani.
I lavoratori dello stabilimento di Melfi sono preoccupati, dal momento che presto verranno messe fuori produzione la Fiat 500X e la Jeep Renegade, con le nuove auto elettriche che richiedono molto meno personale per la costruzione. Ora l’allarme scoppia anche in quel di Cassino, dove è presente un altro stabilimento della holding multinazionale olandese, che sta puntando su una sua continua riduzione in termini di produzione.
Pensate che nel 2017, questo impianto produceva circa 200 mila auto all’anno, mentre ora siamo a quota 48 mila. In sostanza, in soli sei anni la produzione è scesa di 3/4, un vero e proprio crollo che non fa presagire nulla di buono in chiave futura. Stellantis si trova a dover gestire una situazione non facile, anche perché questo crollo è stato dettato da una serie di fattori, come l’epidemia di Covid-19 che ha richiesto una minor produzione di veicoli.
Al momento, c’è una costante crescita di pensionamenti ed incentivi all’addio al posto di lavoro, con il numero di dipendenti che a Cassino è diminuito di oltre 4.000 unità. Una delle poche speranze arriva dalla Maserati Grecale, modello che dovrebbe essere prodotto qui a Cassino, ma va detto che si tratta di un veicolo che ha un piano produttivo molto ridotto.
Secondo i sindacati, non viene sfruttato al massimo il potenziale di questo luogo di produzione, ma i vertici della Fiat – parte di Stelalntis – controllata di John Elkann non sembrano intenzionati ad investire in questo stabilimento. Ovviamente, è presto per parlare di chiusura o di un ulteriore calo del personale, ma è chiaro che la situazione non è per niente rosea.
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