C’è una Regione in particolare che è in grande difficoltà, la bicicletta è sicuramente uno dei mezzi di trasporto più sottovalutato. Andiamo a leggere cosa è successo.
Le due ruote sono croce e delizia del nostro paese. Da un lato c’è chi le considera troppo pericolose, dall’altro chi si rende conto della loro importanza della stessa sotto diversi punti di vista.
I motivi per cui andare in bici è un vantaggio enorme sono stati ripetuti più volte, ma per via della possibilità di sensibilizzare alcuni di voi non saranno mai troppe. Il primo è sicuramente legato alla salute, perché fare attività fisica, ovviamente sotto prescrizione medica, fa bene al nostro fisico e alla nostra anima. In secondo luogo c’è anche un risparmio non indifferente utilizzando un mezzo a zero consumi.
Non possiamo fare a meno di parlare anche della maggiore agilità con cui ci si può muovere, evitando il traffico che ci troveremo di fronte qualora ci mettessimo alla guida del nostro veicolo. Ovviamente alcuni vantaggi sono legati anche all’impatto zero a livello ambientale, con nessuna emissione di fattori inquinanti. Risulta difficile invece trovare dei punti negativi che ci portino a considerare la bici il mezzo non adatto alle nostre esigenze.
La Regione italiana “sotto accusa” è il Veneto come racconta Il Gazzettino. Seguendo un sondaggio pare che il 75.2% degli intervistati hanno risposto no alla possibilità di andare a lavoro in bici qualora l’azienda mettesse a disposizione delle rastrelliere per parcheggiare la nostra due ruote.
Il Mobility Manager Aziendale della Regione Veneto ha parlato però del lato minoritario di questa indagine cioè del 24.8% che invece ci andrebbe in bici a lavoro in caso di installazione delle rastrelliere.
Il 28 dicembre scorso è stato redatto un decreto ufficiale della Regione, il cosiddetto “piano degli spostamenti casa-lavoro”. Questo piano vuole fornire elementi per portare una parte della popolazione a passare dall’automobile ai mezzi pubblici e alle bici per arrivare a lavoro. Ovviamente è un intervento atto a migliorare la qualità dell’aria e a diminuire gli agenti inquinanti.
Il questionario è stato sottoposto a 3mila lavoratori ed è stato implementato anche dalla possibile disposizione di colonnine per ricarica dei veicoli elettrici, ricevendo anche in questo caso un rifiuto. Cambierebbe tutto invece se ci fosse un riconoscimento economico nei confronti degli utilizzatori, cosa che darebbe una spinta ulteriore a chi al momento ha dei dubbi sull’uso delle due ruote.
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