La Ferrari è un ambiente da sogno per tantissimi lavoratori che vorrebbero mettere sul curriculum una esperienza al top. A volte però, le cose non vanno come sperato.
Il mondo del lavoro attuale è caratterizzato da un forte gap tra domanda e offerta. Per coloro che studiano per entrare in grandi aziende come la Ferrari c’è da affrontare un lungo percorso. Occorre avere lauree e delle capacità straordinarie e anche una buona predisposizione di lavoro in team. E’ necessario, in alcuni casi, anche saper parlare perfettamente le varie lingue.
La casa modenese è sempre attiva e si sta guardando intorno per accogliere anche nuovi tecnici nel reparto Formula 1. Vi sono, naturalmente, sempre posizioni aperte dato lo stato di necessità. Persino l’amministratore delegato della Ferrari, Benedetto Vigna, è attivo su Linkedin per condividere gli annunci dedicati alla ricerca di lavoro per altri membri della squadra. Per alcuni, la Rossa rappresenta un punto di arrivo di una intera carriera. In altri casi, invece, si sostanzia in una esperienza di passaggio verso qualche nuovo percorso professionale.
Un tempo lavorare in Italia era semplice mentre oggi vi sono più problemi che possibilità. Il Belpaese non garantisce più quelle condizioni di vita idilliache – per molti – sebbene alcune realtà aziendali, come proprio Ferrari, siano rimaste ai vertici delle graduatorie di gradimento. Lavorare all’interno delle factory emiliane significa cimentarsi con eccellenza ingegneristica nelle tecnologia all’avanguardia. Si tratta di una squadra composta da tanti professionisti di altissimo livello, compreso un buon numero di donne e straniere.
La dedizione non può mancare, così come la passione per i motori. Il percorso è basato su performance impeccabili, meritocrazia e sviluppo continuo, sempre con un occhio alle tradizioni e l’altro al futuro. Si è sotto pressione e alcuni ruoli possono risultare anche molto usuranti. In un universo molto esteso come Ferrari vi sono lavori più tecnici di altri, sino a ruoli manageriali ed apicali.
Nonostante un alto tasso di disoccupazione nazionale, in Ferrari vi sono ancora tante possibilità. Ma cosa accade dopo una esperienza con la casa modenese? Vi sono tanti lavoratori che magari hanno provato a cercare una alternative in Italia, rendendosi conto i che i problemi non mancano, in particolar modo in questa fase di grave crisi economica. Alcuni lavoratori insomma non sono tanto soddisfatti dell’esperienza nonostante tutto: il motivo però è assurdo.
Prendete l’esperienza di Paolo Gazzola, ingegnere piacentino di 50 anni che, dal 2008, è costretto a vivere lontano dal suo Paese d’origine. L’eccessiva specializzazione, acquisita in tanti anni in Ferrari, tra cui 9 in F1, può diventare anche un limite. L’uomo avrebbe desiderato, alla sua età, tornare in Italia. Il suo racconto, rilasciato al web magazine Il Piacenza, è tuttavia molto triste: “Mi telefonano subito per un colloquio. Purtroppo, si cozza sempre sul solito punto: lo stipendio. ‘A noi piace il suo profilo, ha esperienza, competenza…però, non possiamo offrirle più di…’ e segue una proposta che qui in Germania viene offerta ad un neolaureato“.
L’ingegnere Paolo Gazzola si sente costretto oggi a rimanere in Germania per una questione economica. Vorrebbe riavvicinarsi ai familiari e agli amici ma a quanto sembra, le aziende Italiane non propongono stipendi degni di un ex dipendente del Cavallino. I pacchetti retributivi che propongono non sarebbero per l’uomo paragonabili alle sue competenze. Insomma perfino una persona che ha lavorato nell’azienda più illustre del mondo dell’automobile fatica a trovare un posto degno delle sue capacità: questo fa davvero riflettere.
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