La Ferrari Testarossa è diventata un’auto laboratorio. Dopo la versione full electric è arrivata un’altra elaborazione che vi farà venire i brividi
Vi sono modelli di Auto che non dovrebbero mai essere toccati. Si tratta di icone che meriterebbero di riposare in pace in garage di facoltosi collezionisti che amano le vetture del passato. In un mondo che sembra aver perso i valori, anche il DNA delle vetture storiche è intaccato e anche la possibilità di trasformare, ad esempio, gli iconici modelli Ferrari è diventata concreta a causa del capriccio di qualche milionario.
Nel 1984, in occasione del Salone dell’automobile di Parigi, la Ferrari ha svelato l’erede della 512 BB, di cui conservava la meccanica. Fu così che la Ferrari Testarossa divenne una delle opere più esemplificative del design Pininfarina. Ha fatto la storia per le sue grandi ed estreme griglie laterali. Una soluzione nata quasi per caso per rispondere ad una norma del codice americano. La legislazione sulla sicurezza negli Stati Uniti non permetteva, infatti, alle prese d’aria di essere lasciate aperte. I progettisti optarono per delle griglie per ridurre al minimo le prese laterali.
La soluzione fece scalpore, diventando uno dei tratti distintivi delle auto della casa modenese. Il nome stesso Testa-Rossa era nato dalle coperture delle camme motore, dipinte di rosso, sfoggiate dai motori a 12 cilindri. Il designer Leonardo Fioravanti creò un nuovo stile che fu anche molto contestato all’inizio. I puristi la ritennero troppo estrema, giudicandola un tentativo di somigliare alle Lamborghini.
La sportività tagliente del modello faceva il paio con un motore 12 cilindri di 180° montato in senso longitudinale da 4.9 L (4.943 cc) ad aspirazione naturale. La potenza massima di 390 cavalli, spinta a 6.300 giri/min, presentava una coppia massima di 490 Nm a 4.500 giri/min.
Una versione speciale della Ferrari Testarossa
La Testarossa viaggiava da 0 a 100 km/h in 5,3 secondi. Era in grado di raggiungere una top speed di 290 km/h. I freni non erano il top, quindi l’attenzione doveva essere altissima alla guida del bolide. A leggere questi numeri, sembra veramente un sacrilegio andare a toccare un bolide leggendario per delle banali modifiche estetiche.
In un mondo sempre più omologato c’è chi sente la necessità di differenziarsi dalla massa. Se parliamo di vetture moderne l’esigenza è, assolutamente, comprensibile. Se ad essere stravolto è un simbolo del Made in Italy, la reazione popolare non può essere positiva come nel caso della creazione di Niels van Roij Design che ha scelto di tagliare un pezzo di tetto alla vettura.
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Questa Ferrari non è stata originariamente pensata, a livello aerodinamico, per essere spider. C’è un solo modello che è stato creato, ufficialmente, dalla casa modenese in versione targa. E’ quello che fu regalato a Gianni Agnelli per il 20° anniversario come Presidente della Fiat. Gli archivi Ferrari riportano che il progetto iniziò il 27 febbraio 1986 e la vettura fu completata e consegnata all’Avvocato quattro mesi dopo.
Era grigia e presentava un innovativo pulsante per sollevare e abbassare elettricamente un telaio che manteneva la capote in una posizione corretta. Niels van Roij Design, invece, ha scelto di compromettere il modello originale, facendo sparire il tetto. Non è la prima volta che compie azioni del genere su meravigliose Ferrari. La conversione di una Ferrari 550 Maranello in una shooting brake ha fatto molto discutere, mandando su tutte le furie i puristi.