Un robot Tesla attacca un ingegnere, e non è l’ennesima opera letteraria di fantascienza. Quanto accaduto è incredibilmente reale.
Vi siete mai chiesti quali sarebbero le regole fondamentali per il funzionamento corretto di un robot in una società civile? Secondo la straordinaria fantasia di un famoso autore, sono le seguenti: un robot non può arrecare danno a un essere umano, o, mancando di agire, lasciare che un essere umano subisca un danno; un robot deve obbedire agli ordini che riceve da un essere umano, se ciò non è in conflitto con la Prima Legge; un robot deve proteggere la propria esistenza, se ciò non è in conflitto con la Prima e la Seconda Legge.
Queste sono le tre leggi che si possono trovare all’interno di “Io, Robot“, raccolta di racconti di fantascienza realizzata da Isaac Asimov nel 1950. Contiene nove storie scritte fra il 1940 e il 1950, e i protagonisti assoluti sono i cosiddetti robot positronici. Sono basate sul tema legato alle tre leggi della robotica, sulle loro contraddizioni e i possibili difetti che le caratterizzano.
Preceduto da Il secondo libro dei robot e Antologia del bicentenario, è un viaggio che converge verso una sola direzione: il rapporto fra esseri umani e robot, fra una creatura dotata di emozioni e sensazioni irrazionali e una macchina ipertecnologica. Perché vi diciamo questo? Ovviamente, perché un robot Tesla ha recentemente attaccato un ingegnere, e ci sembrava impossibile non citare l’iconico Asimov.
Da Io, Robot alla realtà: che cosa è successo
Soltanto adesso veniamo a sapere che un robot Tesla ha colpito un ingegnere dell’azienda statunitense, anche se l’accaduto risale addirittura al passato, è successo infatti nel 2021. Di recente è arrivata la conferma ufficiale di quanto avvenuto; in poche parole, un robot ferì l’ingegnere alla mano sinistra nella fabbrica Giga Texas del brand americano.
A svelarlo ci hanno pensato svariati media made in USA, anche se va fatta chiarezza: l’incidente non è dovuto a Optimus, robot umanoide di Tesla. A spiegarlo ci ha pensato Elon Musk su X; il CEO Tesla ha detto che il protagonista di questa vicenda è un semplice braccio robotico industriale Kuka. Questi è presente praticamente in tutte quante le fabbriche di produzione.
Musk ha risposto a questi articoli giornalistici in questo modo: “Vergognoso che i media tirino fuori un incidente di due anni fa dovuto a un semplice braccio robotico e insinuino che sia dovuto a Optimus”. Ma cos’è successo? L’ingegnere stava programmando il software che controlla i robot di produzione nella fabbrica Tesla di Austin. Qualcosa però è andato storto; due dei robot, mentre stavano tagliando parti di auto da pezzi di alluminio appena fusi – secondo quanto riportato dal The Information – sono stati disattivati in modo che l’ingegnere e i membri del suo team potessero lavorare in sicurezza sulle macchine.
Un terzo robot, che afferra e sposta le parti dell’auto, è stato inavvertitamente lasciato operativo, secondo due testimoni. Mentre il robot eseguiva i suoi normali movimenti, ha bloccato l’ingegnere contro una superficie, spingendo i suoi artigli nel corpo dell’uomo e ferendolo sulla schiena e sul braccio. Per fortuna, un lavoratore ha azionato il pulsante di arresto di emergenza e permesso all’ingegnere di sfuggire dalla morsa; quest’ultima poteva concretamente ferire gravemente l’uomo.
L’ingegnere, alla fine, è caduto per qualche metro lungo uno scivolo, progettato per raccogliere rottami di alluminio. Nessun catastrofismo, quindi. Certo, per chi ha letto il libro è impossibile non pensare immediatamente ai racconti scritti di Isaac Asimov. Senza andare in paranoia: anche perché, piaccia o meno, in un futuro più o meno lontano la cooperazione fra uomo e macchina sarà sempre più intensa. E ce la dovremo certamente far andare bene.