Quando si tratta di gomme e cerchioni non bisogna essere superficiali. Ecco cosa si rischia se non sono regolari.
Spesso si pensa che una volta acquistata un’auto ci si possa fare ciò che si desidera. Non vi è nulla di più sbagliato. In teoria non si potrebbe apportare alcuna modifica, se non in linea con quanto indicato sul libretto. Ma cosa succede se si decide di montare componenti come ad esempio borchie, cerchioni, cerchi e gomme provenienti dall’aftermarket? Vale la stessa regola?
Prima di rispondere, cominciamo a chiarire di cosa stiamo parlando. Essenzialmente si tratta di sostituire tali elementi con pezzi non prodotti dalla casa costruttrice dell’auto, bensì da aziende terze. Le ragioni per cui numerosi automobilisti cercano alternative sono diverse, ma primariamente riguardano l’estetica. Basta poco perché il look diventi più attraente e personale. Non è inoltre da sottovalutare il fatto che di sovente i cerchi non standard sono anche i più performanti, offrono più stabilità e sono più efficienti nel rilascio del calore.
Gomme e cerchi dell’aftermarket, cosa dice la normativa
E’ chiaro che prima di procedere all’acquisto si debba informarsi bene e sincerarsi ad esempio che ciò che si desidera montare sia compatibile con la propria vettura. In secondo luogo non vanno trascurato l’aspetto sicurezza, quindi è sempre il caso di documentarsi anche sul tipo di materiale utilizzato.
Vi starete domandando cosa dice la legge. Ebbene, in realtà non esiste alcun divieto, l’unica cosa da tenere presente è che devono rispettare alcuni requisiti chiave, ad esempio devono aver ottenuto l’omologazione europea. Anche la grandezza è cruciale. Le dimensioni devono rispettare quelle stabilite dal produttore del mezzo.
E’ facile sottovalutare quest’ultimo fattore, ma se si viene fermati dalle forze dell’ordine, si può incorrere in pesanti sanzioni. Oltre a ciò è bene ricordare che se ci si trova coinvolti in un sinistro, l’assicurazione potrebbe decidere di non coprire i danni.
Ad occuparsi della materia è il Decreto numero 20 del 10 gennaio 2013, che stabilisce l’obbligatorietà della messa in commercio sul mercato italiano di sole ruote omologate.
A questo proposito l’omologazione può essere di due tipi: la UN/ECE124, riconosciuta dall’Unione Europea e caratterizzata dalla lettera E ben visibile sul prodotto. E la NAD, rilasciata dal Ministero dei Trasporti e valida soltanto sul nostro territorio. In entrambi i frangenti, la misura corrispondente a quanto disposto dalla carta di circolazione è il punto nodale. La differenza sta nel fatto che da noi la gomma installata può essere di dimensione diversa, purché si aggiorni il libretto con tutta la documentazione legata al cambio, e ci si rechi in Motorizzazione per il test di collaudo.
I certificati utili sono quello di conformità, o COC, quello che prova l’avvenuta installazione e l’ambito d’impiego. Qui si trova anche la lista delle macchine per cui cerchi e pneumatici sono omologati.
Vediamo ora cosa succede se si circola con dispositivi non a norma. In violazione degli articoli 72, comma 13, e 77 comma 3-bis del Codice della Strada, la multa può oscillare tra gli 87 e i 344 euro, a cui si aggiungono il sequestro e la confisca delle parti non idonee.
Chi mette in commercio prodotti illegali può invece trovarsi a dover sborsare dai 168 ai 678 euro.