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Addio incentivi auto, il dietrofront spiazza tutti: ufficiale il colpo di scena

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Federico Danesi

Decisione incredibile che cambia tutti gli scenari per il futuro: spariscono gli incentivi auto, una grande azienda in difficoltà.

Svecchiare il parco macchine e veicoli commerciali che circolano in tutto il mondo. Una missione complicata che grazie alle auto elettriche sta vivendo un’accelerata. Il merito è anche degli incentivi statali, che funzionano come stimolo per il cliente medio a comprare un’auto di questo genere. Ma un improvviso addio sta già facendo tremare gli automobilisti e cambia gli scenari.

Gli incentivi perdono spinta, ecco il motivo (Canva) – Bicizen.it

In Italia, il quadro è molto chiaro ed è stato descritto dalla manovra finanziaria. Nel 2023 gli incentivi hanno previsto un bonus per l’acquisto di veicoli nuovi con classe non inferiore alla Euro 6 ed emissioni tra 0 e 20 g/km cioé le vetture meno inquinanti assieme alle auto elettriche. Ma anche con un prezzo di listino pari a 35.000 euro al massimo, perché si ha diritto a 4.500 euro oppure 7.500 euro in caso di rottamazione di un veicolo precedente ad Euro 5.

Tutto ripartirà già dal primo giorno utile di gennaio 2024, cioé il 2, ricalcando i piani già previsti dal Governo Draghi e rinnovati dal Governo Meloni. In particolare sul piatto per il nuovo anno è prevista una somma complessiva di 570 milioni di euro.

Per ogni singolo acquisto a quanto ammonta il contributo previsto? Da 0-20 g/km saranno 3 mila euro senza rottamazione e 5 mila con rottamazione. Da 21-60 g/km invece 2 mila euro senza rottamazione e 4 mila con rottamazione. Infine da 61-135 g/km avremo 0 euro senza rottamazione e 2 mila con rottamazione. Saranno ancora decisivi i prezzi: per le auto a spina saranno sempre 35 mila euro che diventano 42.700 Iva compresa.

Addio incentivi auto, il dietrofront spiazza tutti

Tutto questo è servito e servirà ancora per dare uno stimolo in più ai produttori. In attesa dei dati definiti che arriveranno soltanto nelle prime settimane del 2024, il trend è stato molto chiaro. Anche in Italia domina Tesla, non ci sono dubbi.

Per quattro anni la regina è stata la berlina Tesla Model 3, poi con l’avvento della crossover Tesla Model Y si sono date il cambio – con la seconda che ha battuto ogni record di vendita – ma in fondo la tecnologia alla base è molto simile. Entrambe hanno introdotto concetti nuovi e innovativi come quello dell’Autopilot, il rivoluzionario sistema di assistenza alla guida di Livello 2. Frena in automatico, mantiene la corsia, agevola le svolte così come i sorpassi e lo ha fatto molto prima della concorrenza.

Tesla 3, tempi duri negli Stati Uniti (Ansa Foto) – Bicizen.it

Per qualcuno la Tesla Model 3, prodotta per l’Europa nella Gigafactory cinese di Shanghai, è solo una bella moda destinata a scemare nei prossimi anni. Per altri invece non c’è la possibilità di tornare indietro e il futuro è già tracciato.

Tesla incassa nel frattempo e promuove, come ha fatto in Italia negli ultimi mesi abbassando il prezzo della Model 3 per rientrare negli incentivi statali. Nel 2024 arriverà un restyling ma intanto c’è un bel problema.

Non sarà infatti così in un altro mercato strategico per l’azienda di Elon Musk. Perché dal 1° gennaio 2024, entreranno in vigore negli Stati Uniti importanti limitazioni sulle agevolazioni per le auto elettriche. Non tutte, ma sicuramente quelle dotate di batterie prodotte in Cina o altri Paesi con cui non è in vigore un accordo di libero scambio.

Tutto questo si tradurrà nella perdita di un maxi-sconto pari a 7.500 dollari sulla gamma Tesla Model 3, in particolare la RWD e la Long Range. I paletti fissati dal governo richiedono che il 40% dei minerali e il 50% dei componenti delle batterie utilizzati per produrre veicoli elettrici provengano dal Nord America. In alternativa, da un paese con cui gli Stati Uniti hanno un accordo di libero scambio. In mancanza di questo, sparirà il credito d’imposta sui veicoli elettrici. Intanto, i conti e i clienti di Tesla tremano.

Federico Danesi

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